Roma, 3 maggio 2019 – Ancora troppi i reati di violenza contro le donne. Tra il 1° agosto 2017 e il 31 luglio 2018 in Italia si sono verificati 120 omicidi di donne e 92 di questi sono avvenuti in ambito familiare o affettivo per mano del partner, dell’ex partner o di un altro familiare. Nell’ultimo decennio sono stati 48.377 i reati di violenza sessuale denunciati e in oltre il 90% dei casi la vittima era una donna. Ma i reati di genere non si esauriscono qui. Nei primi otto mesi del 2018, alle 2.977 violenze sessuali denunciate si aggiungono 10.204 denunce per maltrattamenti in famiglia, 8.718 denunce per percosse e 8.414 denunce per stalking. L’unico dato positivo è che nell’ultimo anno tutti questi reati tendono a diminuire, mentre aumentano le donne che si rivolgono alla rete dei centri antiviolenza: 49.152 nel 2017, con 29.227 donne prese in carico dagli stessi centri.
Perdurano stereotipi e pregiudizi. Sono numeri che dimostrano come la violenza sulle donne sia un crimine antico, ma sempre attuale, che ha le sue radici in stereotipi e pregiudizi diffusi. In Italia le donne sono più numerose degli uomini e hanno livelli di istruzione più elevati. Ciò nonostante, l’effettiva parità di genere è ancora lontana.
Ultimi in Europa per tasso di attività femminile. Il nostro Paese si distingue nel panorama europeo come uno di quelli con il maggiore ritardo in termini di partecipazione delle donne al mercato del lavoro e nelle opportunità di carriera. Con un tasso di attività femminile del 56,2% l’Italia si colloca all’ultimo posto nella graduatoria dei Paesi dell’Unione europea. Il tasso di disoccupazione femminile è pari all’11,8%: peggio di noi solo Spagna e Grecia. Una donna su tre svolge lavori part time, nel 60,3% dei casi si tratta di part time involontario. Le occupazioni femminili si concentrano soprattutto su posizioni impiegatizie: le donne manager sono appena il 27% del totale dei dirigenti, ampiamente al di sotto del valore medio europeo, che è pari al 33,9%. E gli impegni familiari ancora oggi gravano quasi esclusivamente sulle donne: nel nostro Paese l’81% delle donne cucina e svolge lavori domestici quotidianamente, e il 97% si prende cura ogni giorno dei figli.
Il progetto Respect: al via una nuova campagne di sensibilizzazione. All’interno del corpo sociale e nei diversi ambiti della vita quotidiana permangono dunque fattori di discriminazione, che nei loro tratti più estremi arrivano alla misoginia e possono sfociare nella vera e propria violenza contro le donne. Per questo motivo il progetto Respect-Stop Violence Against Women, realizzato dal Censis con il contributo del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, si propone di stimolare una riflessione collettiva sul valore sociale della donna per promuovere un cambiamento nei comportamenti che sono alla radice della discriminazione e della violenza di genere. Respect utilizza molteplici format di ricerca e linguaggi, prevede una campagna di sensibilizzazione e di animazione sul territorio, una campagna di informazione su Twitter, Facebook e Instagram (all’indirizzo CensisRespect) rivolta ai giovani, l’organizzazione della mostra fotografica «Un mondo senza donne», che verrà allestita il prossimo mese di novembre nei locali del III Municipio di Roma. A partire dal 7 maggio gli stand del progetto, gestiti e animati da giovani agenti del cambiamento opportunamente formati, saranno presenti in 20 eventi e impianti sportivi della capitale, tra i quali le finali di Volley Scuola-Trofeo Acea 2019 e l’Academy Contest di Hockey su prato.
3 Maggio 2019