Il senso della mappa sociodemografica e territoriale dei consumi
La geografia dei consumatori di acqua minerale disegna un fenomeno massificato, capillare, trasversale al genere, alle classi di età, alla scolarità, ai gruppi socioprofessionali ed ai territori: ecco perché si può dire che se sei italiano, di certo bevi acqua minerale. Non mancano differenze tra i diversi gruppi sociali, che comunque si giocano su valori molto alti.
Un prodotto unisex per diverse esigenze
Consumano acqua minerale 9 uomini su dieci e 9 donne su dieci: un consumo perfettamente unisex (tab. 2). Nel lungo periodo, 1995-2016, si è avuto un decollo della quota di consumatori per entrambi i sessi, poiché i maschi sono passati dall’81,3% al 90,5% e le donne dall’81,5% al 90%.
Crescenti anche le quote di persone per ciascun sesso che ogni giorno bevono almeno mezzo litro. Infatti l’80,2% degli uomini e il 79,3% delle donne dichiarano di consumare al giorno almeno mezzo litro di acqua minerale, mentre nel 1995 erano rispettivamente il 63,2% dei maschi e il 62,7% delle donne.
Un prodotto per tutte le età, ancor più per giovani
Sebbene siano trasversalmente alte tra le classi di età le quote di consumatori della bevanda, con valori che superano l’86%, si possono rilevare delle differenze. Sono i Millennials (i 18-34enni) quelli che hanno il rapporto più stretto con l’acqua minerale sia come platea di consumatori (92,6%) che come intensità di consumo, con l’83,3% che beve almeno mezzo litro al giorno (tab. 3). Seguono i minori con il 91,1% e ravvicinatissimi i Baby boomers con il 90,9%, mentre è la componente più anziana della popolazione quella con la quota più bassa di consumatori di acqua minerale, che resta comunque elevata e pari all’86,8%.
Riguardo ai consumatori più intensi, quelli che bevono almeno mezzo litro al giorno, le quote sono comunque elevate con punta più alta tra i Millennials (83,3%), poi i Baby boomers (80,8%), i minori (79,7%) e gli anziani tra i quali comunque quasi tre quarti beve almeno mezzo litro al giorno.
Nell’ultimo decennio cresce la quota di Millennials che beve acqua minerale (+3,5%) e quelli che bevono almeno mezzo litro al giorno (+7,4%); anche per le altre classi di età si registrano andamenti positivi, in particolare spicca il dato degli anziani che bevono almeno mezzo litri al giorno (+8,2%).
In sintesi, l’analisi della distribuzione dei consumi per età consente di dire che:
- è un bene apprezzato trasversalmente al ciclo di vita, che ha un suo picco di utilizzo e apprezzamento tra i più giovani, che più degli altri ne hanno intensificato il consumo quotidiano;
- guardando al futuro, il nesso stretto e crescente tra giovani, giovanissimi da un lato e consumo di acqua minerale dall’altro, consente di dire che essa ha potenzialità espansive ancora maggiori, e comunque rientrando nell’alveo dei prodotti amati dalla componente più giovane degli italiani ha basi solide per crescere ulteriormente sui mercati;
- è comunque una bevanda che accompagna le persone nello svolgersi del ciclo di vita e anche se gli anziani oggi ne bevono meno, la quota di consumatori in generale e di consumatori intensi si sta rapidamente avvicinando agli standard medi.
Il più alto successo tra le persone ad alta scolarità
Riguardo al titolo di studio sono più alte le quote di consumatori e di consumo tra i laureati e poi tra i diplomati, piuttosto che tra le persone con titolo di studio più basso. Al crescere della scolarità aumenta anche il consumo di acqua minerale. Trova conferma l’idea che quello dell’acqua minerale è un consumo evoluto, che risponde sia a bisogni fisiologici e funzionali che a criteri valoriali, e comunque incontra una positiva valutazione delle persone che dispongono di più alto capitale culturale.
Nel periodo 2006-2016, si rileva una dinamica positiva per le persone con bassa scolarità tra cui è più bassa la quota di consumatori (86,3%); è infatti questo gruppo sociale ad essere cresciuto di più con +4,2 punti percentuali, segnalando come il consumo di acqua minerale stia accelerando anche nei segmenti sociali che la bevono meno.
Niente disuguaglianze davanti alle bottiglie di acqua minerale
Le quote di consumatori sono elevate trasversalmente ai gruppi sociali e professionali: la quota più bassa del consumo di questa bevanda si rileva tra le persone in cerca di prima occupazione con una percentuale che supera l’87% e una quota di grandi consumatori del 75,6%.
Tali valori superano, rispettivamente, il 90% e l’82% per gli altri gruppi professionali:
- i consumatori sono il 94,2% tra i dirigenti e imprenditori ed il 91,4% tra gli operai;
- i grandi consumatori quotidiani sono l’85,1% tra i dirigenti e imprenditori e l’82,2% tra gli operai.
L’acqua minerale è un consumo che risente in misura molto ridotta delle crescenti disuguaglianze sociali che coinvolgono sempre più il momento della spesa, del consumo, della tavola, dei cibi e delle bevande. Il variare dei livelli di reddito associati alle varie professioni non incide, se non in misura ridotta, su propensione e intensità del consumo di acqua minerale. Ciò significa che il giudizio di priorità è più forte della diffusa tendenza alla spending review che negli ultimi anni ha tagliato dai consumi molti beni rendendone altri prioritari, tra cui l’acqua minerale.
Verso una progressiva uniformità territoriale nei consumi
È al Nord-Ovest che si beve di più acqua minerale con il 94,1%, seguito da Centro (90,7%) , Nord-Est (90,5%) e Sud-Isole con quote pari all’87% dei residenti (tab. 4).
Il campo di oscillazione dei valori è piuttosto ristretto e si gioca su quote comunque molto elevate.
Va poi detto che agli attuali livelli di consumo le regioni meridionali sono giunte però a seguito di un incremento di quasi 5 punti percentuali (+4,8%) tra il 2006 e il 2016, il più alto in confronto con il resto del Paese e che esprime una tensione nelle regioni considerate a uniformare i modelli di consumo locali di acqua minerale ai livelli più elevati delle altre aree.
Il primato globale degli italiani nel consumo procapite
Nel 2015 in Italia sono stati consumati mediamente 206 litri di acqua in bottiglia a persona, che qualifica gli italiani come i maggiori consumatori di questo bene all’interno dell’Unione Europea.
Gli italiani consumano in media 29 litri in più di acqua minerale procapite rispetto ai tedeschi (+16,4% in termini percentuali), 84 litri procapite in più rispetto ai francesi (+68,9%), 85 litri in più rispetto agli spagnoli (+70,3%) e 173 litri in più rispetto ai residenti del Regno Unito (+524,4%). La media dei Paesi Ue è addirittura inferiore di 96 litri procapite rispetto a quella italiana (+87,3%).