La gratificazione soggettiva alla base del valore sociale
La ricerca consente di entrare nel merito delle ragioni e delle modalità soggettive di rapporto con il consumo di acqua minerale, grazie alla realizzazione di una indagine su un campione nazionale rappresentativo di 2.000 italiani a cui è stato somministrato un questionario strutturato.
Il 44,6% degli italiani che consumano acqua minerale dichiara di berla perché è buona e gli piace, il 30,1% perché fa bene alla salute, il 27,9% perché è sicura, il 25,3% perché è comoda, sempre a portata di mano, il 9,8% per i prezzi convenienti rispetto a quelli di altre bevande (tab. 5).
Per una maggioranza di italiani la ragione più importante del consumo di acqua minerale è il gusto e il piacere, riferimenti che prevalgono su altri che pure rinviano a trend sociali molto forti come il salutismo, la sicurezza o la caccia alla convenienza economica.
Bere acqua minerale è per gli italiani una scelta libera, consapevole, legata all’esigenze soggettiva di stare meglio, di migliorare la propria qualità della vita anche attraverso un consumo minuto, quotidiano come quello di un bene come l’acqua minerale scelto fondamentalmente soddisfare per le proprie preferenze.
Salutismo e sicurezza, ulteriori componenti del valore sociale
Tra le motivazioni di consumo indicate dai cittadini, come si è visto, c’è il positivo impatto sulla salute delle persone, che è richiamata come seconda motivazione e la sicurezza come terza motivazione.
Sono aspetti che rinviano a trend socioculturali decisivi del nostro tempo, che hanno scalato le graduatorie di attenzione dei cittadini negli ultimi dieci anni sotto l’impulso di eventi eclatanti e anche del profondo cambiamento di comportamenti e di valori.
I due trend, salutismo e sicurezza, hanno dato una spinta specifica al consumo di acqua minerale vista l’importanza soggettiva che gli italiani vi attribuiscono per ogni ambito e prodotto della propria alimentazione.
Ed è sintomatico che il richiamo al contributo che l’acqua minerale da alla tutela della buona salute è più alto tra i consumatori più intensi di essa, cioè tra le persone che la bevono ogni giorno: infatti, indicano la motivazione, fa bene alla salute il 35,7% di coloro che bevono acqua minerale ogni giorno di contro al 14,7% di coloro che la bevono almeno una volta a settimana ed all’8,1% di coloro che la bevono meno di una volta a settimana (tab. 6).
Anche la sicurezza viene richiamata in misura più elevata dai consumatori intensi, quotidiani (31%) rispetto a coloro che la bevono almeno una volta a settimana (22,5%) e a coloro che la bevono meno di una volta a settimana (12,7%).
Voglio la mia acqua minerale
La scelta dell’acqua minerale, guidata in via primaria da gusti e preferenze individuali, neosalutismo e voglia di sicurezza, fatta quindi con consapevolezza soggettiva è confermata anche dal fatto che ben il 65,8% degli italiani consumatori di acqua minerale dichiara di avere un’acqua minerale preferita; il 24,7% ne ha specifica a cui è fedele nel tempo, il 41,1% ne ha una preferita anche se gli capita di cambiarla. Non ha un’acqua minerale preferita e gli basta berne una che sia riconosciuta come minerale, il 34,2% degli italiani (tab. 7).
Colpisce la fedeltà ad una specifica acqua minerale, anche se magari ogni tanto viene cambiata, in un’epoca di infedeltà diffusa e crescente nel consumo; il fenomeno indica che i consumatori effettuano uno scrutinio molto rigoroso nella scelta dell’acqua minerale, probabilmente valutando in relazione alle proprie esigenze le varie soluzioni, finendo per enuclearne una di riferimento nell’ampia e articolata gamma di acque minerali disponibili sul mercato.
Il consumo nel ciclo di vita delle persone
Il dato anagrafico conta in maniera rilevante nel differenziare le ragioni e le modalità di consumo delle persone, infatti (tab. 8):
- i giovani (48,9%) scelgono l’acqua minerale perché gli piace in maniera molto più netta sia dei Baby boomers (45%) sia soprattutto degli anziani (36,8%) e richiamano di più la convinzione che bere acqua minerale fa bene alla salute (41,2% di giovani, 26,6% di Baby boomers e 25,5% di anziani);
- gli anziani certo utilizzano l’acqua minerale perché gli piace, ma richiamano in misura nettamente più alta delle altre classi di età le ragioni della sicurezza (il 32% degli anziani, il 27,9% dei Baby boomers ed il 25,3% dei Millennials);
- la matrice delle ragioni richiamate dai Baby boomers sono intermedie rispetto alle due classi di età estreme, con comunque una quota particolarmente alta che sottolinea come l’acqua minerale sia buona e gli piaccia, oltre che rispondere agli indispensabili criteri di sicurezza e tutela della salute.
Le distanze motivazionali tra giovani e longevi indicano l’esistenza di una sorta di deriva generazionale lungo il ciclo di vita del modello di consumo dell’acqua minerale; gli anziani ne consumano meno, in alcuni casi molto meno, e sono molto attenti all’aspetto della sicurezza, probabilmente perché diffidenti in molti contesti verso l’acqua del rubinetto.
La soggettività più forte delle differenze socioeconomiche
La distribuzione delle motivazioni per cui le persone bevono acqua minerale non sono condizionate da differenze di gruppi sociali o di collocazione nel mercato del lavoro, a conferma del carattere molto individuale del rapporto con questo consumo; infatti, dichiarano di bere acqua minerale perché buona e piace il 51,3% degli imprenditori e il 49,5% degli operai, così come il 45,8% dei livelli intermedi, dagli impiegati agli insegnanti, ed il 46,4% dei liberi professionisti.
In tempi di nuove disuguaglianze sociali, di ampliamento delle distanze tra gruppi socioprofessionali, vincono i consumi che riescono ad attivare un rapporto molto individualizzato, che deriva dalle preferenze soggettive, al punto da riuscire a neutralizzare le barriere socioeconomiche, lavorative e di reddito.
Sono le piccole cose che fanno la buona qualità della vita nel quotidiano, che migliorano la soddisfazione delle persone, che più che fare status fanno qualità, più che esibire verso l’esterno fanno star bene le persone con se stesse.
La variabile territoriale conta nelle motivazioni poiché inevitabilmente nelle regioni del Sud-Isole, dove più alta è la diffidenza per l’acqua del rubinetto, si registra anche un più alto richiamo alla sicurezza come ragione del consumo. Infatti, riguardo alla distribuzione territoriale delle motivazioni del consumo emerge che (tab. 9):
- i residenti al Nord-Ovest di più rispetto alle altre aree geografiche apportano come motivazione del consumo di acqua minerale la comodità di utilizzarla e la facilità di procurarsela (28,8% di contro al 27,6% al Nord-Est, al 27,3% al Centro e al 20,4% nel Sud-Isole);
- residenti al Nord-Est richiamano di più la convinzione che bere acqua minerale faccia bene alla salute (32,2% di contro al 30,7% del Sud-Isole, al 29,7% del Nord-Ovest e al 27,2% del Centro);
- i residenti al Centro (49,6%) scelgono l’acqua minerale perché gli piace e lo affermano con maggiore convinzione rispetto ai residenti al Nord-Ovest (44,9%), nel Sud-Isole (43%), al Nord-Est (41,9%);
- i residenti nel Sud-Isole dichiarano di scegliere l’acqua minerale per ragioni di sicurezza (32,7% di contro al 27% al Centro, al 25% al Nord-Ovest e al 23,8% al Nord-Est).