Nel 2016 l’Italia ha esportato 1,3 miliardi di litri per un valore di 480 milioni di euro, con una dinamica incrementale nel periodo 2010-2016 del +34,7% per le quantità e di +59,7% del valore.
Una performance positiva che colloca l’Italia al secondo posto per quantità e per valore dopo la Francia, che resta ancora il leader europeo del settore.
Tuttavia nel periodo considerato l’export italiano di acque minerali ha corso di più di quello francese per valore, recuperando terreno.
Altro fattore differenziante l’Italia è dato dal valore per unità esportata che è nettamente più alto di quello francese (0,35 euro per litro dell’Italia contro 0,27 euro per litro della Francia); in sostanza l’acqua minerale esportata dagli italiani ha un valore unitario più alto dell’unico paese Ue che può vantare una più alta capacità di esportare il bene in questione.
Tornando al confronto con la Francia, si rileva che nel 2016 l’Italia ha esportato acqua minerale in quantità pari a poco più del 50% delle esportazioni della Francia, ma il valore di tale export è pari a circa il 65% di quello francese.
Peraltro, anche nel medio periodo emerge la capacità dell’export italiano di acque minerali di scalare valore.
Infatti, come rilevato, nel periodo 2010-2016 a incrementi di volumi di quantità dello stesso ordine tra Italia 34,7% e Francia 37,4%, è corrisposto uno scarto molto ampio nella dinamica del valore: a fronte di un incremento del valore dell’export francese pari a +25,8%, quello italiano è stato più che doppio e pari a +59,7%.
L’italianità del consumo di acqua minerale quindi non è solo nel quotidiano degli italiani che ne hanno incrementato le quantità e, di recente, anche la spesa reale, ma contribuisce a creare valore sui mercati esteri dove si sono andati consolidando la conquista di nuovi mercati e valori più alti.