9 Giugno 2020
Il progetto «Italia sotto sforzo. Diario della transizione 2020» realizzato dal Censis (sponsor Eni, sponsor tecnico Agi) ha l’obiettivo di “fare un esame di coscienza”, analizzando le difficoltà che l’Italia si porta dietro dal passato, i nervi scoperti che hanno comportato l’impreparazione ad affrontare in maniera ottimale l’emergenza legata all’epidemia del Covid-19, per poter guardare in modo costruttivo al futuro. Nel corso dell’anno verranno esplorate diverse dimensioni della realtà sociale ed economica del Paese. Il primo numero del Diario della transizione 2020 si concentra sul mondo della scuola.
La scuola e i suoi esclusi
La scuola sta vivendo, come tutto il Paese, un’esperienza drammatica e unica, ma sta anche dimostrando, pur tra mille difficoltà, problematiche irrisolte e incertezze, di saper trovare al suo interno strumenti, risorse, capacità ed energie per portare avanti la propria missione con coraggio e determinazione. Una missione che, a causa del distanziamento sociale, si arricchisce di ulteriori valenze, in quanto si pone come garante, non solo dell’educazione dei cittadini, ma anche della stessa coesione sociale e della capacità di tenuta del Paese.
Numerose indagini sono state realizzate in questo periodo sul tema della didattica a distanza nelle scuole italiane, dando voce al punto di vista dei cittadini, degli studenti e delle loro famiglie. Alcune informazioni emergono anche dal monitoraggio realizzato dal Miur soprattutto in relazione alla dimensione quantitativa del fenomeno.
Nel primo numero del Diario della transizione 2020, il Censis ha inteso aggiungere un ulteriore tassello conoscitivo, dando voce, come fa da alcuni anni, alle opinioni dei dirigenti scolastici in merito ad alcuni aspetti di questo periodo emergenziale che impattano sul sistema scolastico italiano, con particolare riferimento all’attivazione di modalità e strumenti di didattica a distanza.
Hanno partecipato all’indagine, svoltasi mediante somministrazione con metodologia Cawi (Computer Assisted Web Interviewing) di un questionario semi-strutturato, 2.812 dirigenti scolastici (più del 35% del totale: scuole statali e istituti equiparati agli statali della Provincia autonoma di Trento e della Valle d’Aosta).
Tutte le aree del Paese sono adeguatamente rappresentate: il 25,3% del campione è costituito, infatti, da un dirigente di istituti dislocati nel Nord-Ovest del Paese, il 20,2% nel Nord-Est, il 18,9% nel Centro e il 35,6% nel Sud.
In linea con l’universo di riferimento, il 70,9% dei rispondenti dirige istituti del primo ciclo (fino alla scuola secondaria di primo grado) e il 33,9% istituti secondari di secondo grado (il totale è superiore a 100 perché in alcuni casi la dirigenza scolastica è attribuita a istituti di entrambi i cicli, soprattutto nel caso di reggenze. Tra i rispondenti, il 12,4% è anche reggente di un altro istituto). L’indagine è stata realizzata tra il 10 e il 27 aprile 2020.