Milano, 17 aprile 2025 – Meno liquidità, più investimenti, ma con cautela massima. L’84,5% degli italiani ha risparmi accumulati in passato e/o capacità attuale di risparmiare. Tuttavia, il 70,2% dei risparmiatori ritiene che la liquidità non sia più garanzia di sicurezza come nel passato. Il biennio di inflazione ha abbattuto l’idea dei soldi fermi come pilastro di tutela. Il 54,7% dei risparmiatori prova a tenere un minimo indispensabile di liquidità, per investire il resto. Inoltre, il 46,9% dei risparmiatori già investe in strumenti finanziari, il 29,3% ha intenzione di farlo in futuro e solo il 23,8% preferisce tenerli liquidi. Cresce anche la propensione degli italiani verso investimenti di durata pari ad almeno cinque anni: si è passati dal 47,9% del 2022 al 60% del 2025. Tuttavia, l’88,1% dice di essere ancor più cauto nella gestione del risparmio a causa dell’attuale grande incertezza. Ecco alcuni dei risultati del Rapporto «Pragmatismo e progresso, la buona esperienza italiana. Risparmio, mercati, tecnologie: 5 anni di cambiamenti» realizzato dal Censis in collaborazione con Assogestioni, l’Associazione italiana del risparmio gestito, presentato al Salone del Risparmio di Milano.
Torna la dimensione progettuale del risparmio. Il 74,4% degli italiani ritiene importante mettere soldi da parte e tenerli a lungo, evitando di spenderli tutti subito. Lo pensa il 71,7% dei giovani, l’80,6% degli adulti e il 65,2% degli anziani. Alla finalità precauzionale del risparmio si affianca di nuovo quella progettuale. Infatti, per l’82,8% degli italiani il risparmio è più che denaro, è quel che permette di realizzare sogni e progetti di vita. Del resto, il 79,5% dei risparmiatori investe per costruirsi un futuro più sereno (per vecchiaia, salute, futuro di figli o nipoti). E il 64,8% investe i risparmi per finanziarsi acquisti importanti (casa di proprietà per sé o figli, auto ecc.).
Cresce, malgrado tutto, l’interesse negli strumenti Esg. Malgrado l’improvviso scetticismo sul cambiamento climatico di operatori globali, istituzionali e di mercato, ad oggi il 63,3% degli italiani investirebbe in Esg, nel 2021 era il 52,5%. Il 22,8% degli italiani indica gli investimenti Esg come prima scelta, il 40,5% pur non avendoli come prima scelta, li apprezza.
Il risparmio degli italiani sotto attacco. Molteplici i tentativi di ingannare gli italiani nella gestione del risparmio e negli investimenti, tra pubblicità fuorvianti e truffe. Al 47,8% è capitato tra social e chiamate telefoniche di ricevere proposte di investimento nel trading online a cui non hanno aderito e che poi hanno scoperto essere truffe. Il 51,9% degli italiani ha ricevuto e-mail, chiamate, Sms, messaggi sui social provenienti da fonti sospette per fargli condividere le credenziali finanziarie (numero della carta di credito, del conto corrente ecc.). Inoltre, al 59,5% degli italiani è capitato di visionare pubblicità di piattaforme di trading online che annunciano grandi guadagni con piccole somme senza esplicitarne i rischi.
La fiducia nel consulente finanziario. Il 29,2% dei risparmiatori che investono, lo fanno tramite consulente finanziario, il 23,6% tramite banca, il 18% da solo, il 13% tramite banca e consulente e il 7% da solo e anche con consulente. Con il consulente sono costruiti legami di fiducia duraturi poiché il 18,6% ha un legame da meno di tre anni, il 34,4% dai 3 ai 5 anni, il 19,7% dai 6 ai 10 anni, il 27,3% da più di 10 anni. Decisivo il supporto di una consulenza competente anche nell’avvicinare i risparmiatori ai nuovi strumenti finanziari poiché il 31,9% investirebbe in piattaforme di trading online solo se affiancato da consulenti esperti e di fiducia.
Sì all’educazione finanziaria. Il 58,8% dei risparmiatori dedicherebbe un po’ di tempo per acquisire o potenziare le proprie conoscenze economiche e finanziarie. In particolare, lo farebbero il 62,5% dei giovani, il 63,7% degli adulti e il 47% degli anziani. Tra coloro che non sono interessati all’educazione finanziaria, comunque, ben il 68,6% si affiderebbe a un consulente finanziario per investire i propri soldi.
Il pragmatismo che tutela. L’81,9% degli italiani diventa cauto di fronte a proposte di conti depositi che offrono tassi molto alti (ad es. del 10% e oltre), il 79% per quelle di investimento tramite app di trading che promettono grandi guadagni con piccole cifre, il 77,1% davanti a proposte di investire in autonomia in criptovalute e il 79,9% nel consentire a siti web di memorizzare i propri dati sensibili (anagrafici e finanziari).
«Cinque anni sono un arco temporale che conferisce grande solidità all’indagine condotta con un partner autorevole come il Censis» ha detto il Direttore Generale di Assogestioni, Fabio Galli. «Comprendere le leve che mobilitano il risparmio delle famiglie a beneficio del futuro individuale e collettivo, è una priorità dell’industria, sostenuta con convinzione da Assogestioni. I risultati del 6° Rapporto confermano il ruolo centrale della gestione professionale nel dare forma ai progetti delle persone e nel rispondere all’esigenza di un contesto trasparente e protetto in cui investire i risparmi».
Questi sono i principali risultati del 6° Rapporto Assogestioni-Censis «Pragmatismo e progresso, la buona esperienza italiana. Risparmio, mercati, tecnologie: 5 anni di cambiamenti» presentato oggi al Salone del Risparmio di Milano da Costanza Corsini, Ricercatrice Censis e discusso da Fabio Galli, Direttore Generale Assogestioni, Magda Bianco, Capo Dipartimento Tutela della clientela ed educazione finanziaria Banca d’Italia, Giorgio De Rita, Segretario Generale Censis, Nadia Linciano, Segretario generale Consob, Mauro Meazza, Capo Redattore IlSole24Ore e Debora Rosciani, Giornalista Radio24
17 Aprile 2025