I fattori chiave nella generazione del valore

L’audioprotesista

La professione di Audioprotesista, riconosciuta nel 1994 con il Decreto Ministeriale 668, recentemente Ordinata e dal 2000 esercitabile esclusivamente con il possesso della Laurea Triennale in Tecniche Audioprotesiche (Corso di Laurea afferente alla Facoltà di Medicina e Chirurgia), è tra le professioni sanitarie con maggior numero di occupati a un anno dalla laurea, con un dato che si attesta a più dell’80%[1].

La prestazione sanitaria dell’Audioprotesista Dottore in tecniche Audioprotesiche si configura, quindi, come intellettuale e liberale, svolta in “autonomia e conseguente responsabilità” ai sensi delle LL. 42/99, 251/00, 43/06, 24/17 e ai sensi della recentissima Legge 3/2018 istitutiva dell’Ordine, poiché può essere svolta esclusivamente da Audioprotesisti iscritti al relativo Albo Professionale dell’Ordine.

È questa la figura chiave nel processo di applicazione protesica. All’audioprotesista spetta infatti il compito di selezionare la soluzione uditiva più adatta al soggetto ipoacusico, sulla base di esami oggettivi e soggettivi, e di personalizzarla in base alla morfologia della sua perdita uditiva, al suo stile di vita e alle sue conseguenti necessità di ascolto. La responsabilità dell’audioprotesista verso il soggetto protesizzato continua per tutta la durata del prodotto e si svolge mediante un programma di verifiche e continue prestazioni sanitarie, volte ad assicurare la perfetta funzionalità del prodotto rispetto alle condizioni di udito e alle esigenze soggettive nel tempo.

La bassissima disoccupazione, concausa l’aumento della popolazione anziana come da dati Istat (“Previsioni della popolazione - Anni 2017-2065”) che ne confermerà nei prossimi anni il fabbisogno, la costante domanda di Audioprotesisti da parte delle Aziende Audioprotesiche (il mercato del lavoro del comparto dimostra ogni anno capacità di assorbimento elevatissime[2]) e il trend degli ultimi anni sono elementi che raccontano di una professione di successo.

 

[1] Angelo Mastrillo “Corsi di laurea delle Professioni Sanitarie - Dati sull’accesso ai corsi e programmazione posti nell’ A.A. 2018-19”

[2] Rilevazione Ana (Associazione Nazionale Audioprotesisti)

Prodotti e tecnologie

Nel 2018 sono state applicate in Italia circa 450.000 protesi acustiche, delle quali circa il 40% sono totalmente o parzialmente rimborsate dal Servizio Sanitario Nazionale, mentre il restante 60% è distribuito privatamente.

Per quanto riguarda le protesi acustiche fornite tramite il Servizio Sanitario Nazionale, il numero di dispositivi erogati nel 2015 è di circa 180.000, con una stima di dispositivi circolanti di circa 1.200.000 per circa 700.000 pazienti. Il costo totale, comprensivo di accessori, spese per la manutenzione e sostituzioni di protesi acustiche irreparabili, si è attestata nel 2015 a circa 144.000.000 euro[1].

Il mercato privato si attesta sui 270.000 dispositivi applicati all’anno, con una crescita costante, dal 2016 ad oggi, del 5%.

In crescita anche il dato, fornito da Ehima (Associazione Europea dei Fabbricanti di Protesi Acustiche), che riguarda la spesa annua per ricerca e sviluppo delle aziende produttrici, con un incremento – dal 2010 al 2017 – del 75%, a conferma dell’enorme spinta all’innovazione tecnologica del comparto (Fig. 1).

Questi investimenti hanno permesso di raggiungere livelli tecnologici e prestazionali impensabili fino a poco tempo fa: riconoscimento della voce in ambiente rumoroso, restituzione della profondità del suono, perfetta integrazione tra i due prodotti in caso di applicazione binaurale, data logging, selezione automatica dei programmi di ascolto in base ai diversi ambienti quotidiani, collegamento wireless con dispositivi elettronici (smartphone, radio, televisione), cancellazione del feedback (fischi e ronzii) e piena compensazione dell’ipoacusia senza fastidi.

 

[1] Relazione Tecnica DPCM sui Nuovi Lea nonché studio economico condotto da Carlo Hanau (già docente di Programmazione e organizzazione dei servizi sociali e sanitari - Università di Modena e Reggio Emilia e Università degli Studi di Bologna) ed Elio Borgonovi (Presidente Cergas - Centro di Ricerche sulla Gestione dell'Assistenza Sanitaria e Sociale – Università Bocconi di Milano)

L’applicazione delle protesi acustiche: il percorso applicativo, il counseling audioprotesico e il follow up

Il percorso applicativo

L’applicazione di protesi acustica è un percorso complesso riconosciuto per bisogni complessi che hanno portato alla decisione di istituire una nuova e specifica figura sanitaria nel 1994, appunto l’audioprotesista, per fronteggiare la complessità delle patologie dell’udito con protesi tecnologiche, oggi digitali.

Esso prevede in primo luogo un esame otoscopico del condotto uditivo del paziente per una verifica della sua forma e pervietà, e successivamente, accertata l’assenza di ostacoli anatomo-fisiologici, un’indagine audiologica delle capacità uditive del soggetto mediante strumentazione idonea (audiometro) che, unitamente all’utilizzo di questionari, determini il profilo uditivo del paziente e l’entità della sua perdita.

Questi dati sono fondamentali per la scelta della protesi acustica, data l’esistenza in commercio di un’ampia varietà di dispositivi in termini di forma, posizione e caratteristiche elettroacustiche. Per alcuni modelli di protesi acustica che necessitano di un calco per poter essere costruiti dai produttori, è prevista la presa di impronta del condotto uditivo esterno, manovra invasiva che deve essere compiuta con grande attenzione e con una strumentazione il più possibile adeguata e sterile.

Selezionata la protesi acustica più adatta, l’audioprotesista procede con l’adattamento dello stesso alla perdita uditiva del paziente. Allo stato dell’arte attuale, vista l’ampia diffusione delle protesi acustiche di tipo digitale, l’adattamento avviene per mezzo di software dedicati, in possesso esclusivo dei centri audioprotesici specializzati, che, tramite l’audioprotesista, si occupano anche di fornire al paziente le corrette istruzioni per l’uso e le verifiche post-applicative periodiche.

Il Counseling Audioprotesico e il follow up

La protesizzazione del paziente ipoacusico, anche se eseguita con competenza e utilizzando i dispositivi più moderni e adeguati, non rappresenta l’evento conclusivo del percorso protesico, che non può prescindere da Counseling e follow up.

Il termine di Counseling può essere tradotto come “consiglio”, ma per meglio comprendere il suo significato risulta preziosa la definizione della Bac (British Association For Counseling): “il counselor aiuta il paziente a esaminare dettagliatamente situazioni o comportamenti problematici e trovare un punto piccolo ma cruciale da cui sia possibile generare qualche cambiamento”.

Applicato alla professione sanitaria dell’Audioprotesista, si intende per Counseling tutto quanto serve per inquadrare, aiutare e capire il paziente, la sua psicologia, il suo modo di affrontare il problema sordità, il suo stile di vita, il suo comportamento abituale e le variazioni nel medio termine.

Questo momento costituisce una tappa fondamentale nel rendere il paziente conscio dei suoi problemi e delle possibili soluzioni, portarlo verso una motivazione efficace all’uso della protesi acustica, guidarlo ad aspettative realistiche, identificare situazioni di comunicazione difficoltosa e sviluppare eventuali strategie per farvi fronte.

Tale processo continua per tutta la durata del percorso protesico in tutte le fasi di adattamento della soluzione acustica: la sordità è una condizione cronica e fluida che non consente di cristallizzare la terapia in un dato momento – pena la sua totale inefficacia – e prevede un’assistenza professionale permanente oltre che altamente personalizzata, dalla scarsa assimilabilità con altre tipologie di assistenza, nemmeno per i dispositivi che nascono su misura, perché  l’apparecchio acustico, condizione sine qua non, deve essere mantenuto su misura, ad personam.

Tutto ciò si accompagna all’altissima dinamicità e variabilità nel tempo dei quadri audiologico ed extra-audiologico dei pazienti – le condizioni e gli stili di vita influenzano pesantemente i parametri di rimediazione, sia per i minori sia per gli anziani – che richiedono che l’assistenza audioprotesica non si esaurisca nell’applicazione del dispositivo, ma che prosegua per tutta la vita del Paziente tramite il follow-up.

Non per caso, molti modelli di protesi acustica oggi in commercio dispongono di un’apposita funzione software di registrazione costante dell’utilizzo del dispositivo da parte del Paziente (ore di utilizzo, programmi d’ascolto selezionati, volume, condizioni ambientali, ecc…) a uso esclusivo dell’Audioprotesista, per consentirgli da un lato le regolazioni e le ritarature del dispositivo nel tempo e dall’altro di ridefinire costantemente il counseling per la correzione del deficit.

I controlli periodici sono parimenti decisivi, in un’ottica di dinamicità, perché permettono all’Audioprotesista di verificare, tramite i colloqui con il Paziente – anch’essi soggetti a specifici protocolli e non semplici conversazioni – l’efficacia della terapia e i possibili mutamenti delle sue esigenze di vita. Dall’efficacia di questa relazione di lungo periodo dipendono principalmente non solo l’effettiva soddisfazione sulle capacità di ascolto ma anche l’effettivo utilizzo della protesi acustica[1]. Come si vedrà più avanti, in Italia il tasso di effettivo utilizzo è tra i più alti del mondo.

La terapia protesica viene costantemente rimodellata sulle esigenze del paziente: proprio da ciò emerge l’estrema infungibilità dell’Audioprotesista nel percorso di rimediazione del deficit uditivo.

 

[1] A socio-technical perspective on age-related hearing loss (Pierre-André Juven – CNRS-CERMES3) / Frédéric Pierru (CNRS-CERAPS) 2018

Il sistema di rimborso previsto dal Ssn

Su questo tema, appare degna di nota la variazione prevista dalla normativa rispetto alle regole del precedente “Nomenclatore Tariffario delle Protesi” (D.M. 332/99). Com’è noto, in esso i dispositivi oggetto delle prestazioni sono classificati sulla base dei rispettivi codici ISO, distinguendo due elenchi differenti:

- Elenco 1: dispositivi la cui valenza riabilitativa è soddisfatta per mezzo dell’intervento di un operatore sanitario abilitato;

- Elenchi 2 e 3: dispositivi che possono essere acquisiti direttamente alla produzione per mezzo di procedure pubbliche di acquisto.

Le protesi acustiche sono parte dell’elenco 1 del D.M. 332/99 e quindi destinati esclusivamente al paziente al quale sono prescritti dal medico specialista. L’intervento del tecnico abilitato è sempre previsto e l’assistenza agli aventi diritto viene erogata secondo uno specifico protocollo di competenza dei centri acustici abilitati alla fornitura, in possesso di specifici requisiti strutturali e professionali stabiliti da apposite norme regionali, e dei tecnici Audioprotesisti in essi operanti. Il Nomenclatore Tariffario prevede anche che su richiesta il cittadino avente diritto possa accedere a un dispositivo con caratteristiche differenti da quello prescritto (previa verifica, da parte del medico prescrittore, dell’omogeneità funzionale). Questa possibilità prevista dal legislatore norma ha permesso, nel corso degli anni, una certa elasticità del sistema e ha rappresentato un rimedio all’obsolescenza della tecnologia e soprattutto lo sviluppo di un intervento personalizzato e vicino alle specifiche esigenze del paziente.

Il nuovo nomenclatore previsto nei nuovi Lea (DPCM 12 gennaio 2017) apporta importanti modifiche agli elenchi delle protesi, e in particolare uno spostamento delle protesi acustiche dall’elenco 1 all’elenco 2a, che prevede un’acquisizione di tali dispositivi, da parte del S.S.N., tramite procedure pubbliche d’acquisto, procedura idonea per dispositivi seriali non certamente per bisogni complessi dove è necessaria una “medicina personalizzata” prevista dalle buone pratiche e linee guida riconosciute dalle comunità scientifiche e Codice deontologico come da legge  24/2017 (Gelli) riguardante la responsabilità professionale  e i diritti degli Utenti.

Il nuovo sistema basato su gare d’appalto su base territoriale contraddice palesemente quel principio di personalizzazione del dispositivo che è imprescindibile requisito per garantire la funzionalità e la qualità della correzione uditiva, alla base dell’alto apprezzamento dei pazienti.

Nell’iter di approvazione del DPCM sui nuovi LEA, infatti, le Commissioni Affari Sociali della Camera e Igiene e Sanità del Senato espressero parere contrario all’acquisizione delle protesi acustiche da parte del Servizio Sanitario Nazionale mediante gara d’appalto, invitando la Commissione Nazionale per l’aggiornamento dei LEA e la promozione dell’appropriatezza del Servizio Sanitario Nazionale a mantenere il sistema tariffario proprio a garanzia della personalizzazione dei dispositivi[1]:

Sempre sul punto, durante un’Audizione presso la Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati nell'ambito dell'esame della proposta di legge C. 665 Versace, recante “Introduzione degli ausili e delle protesi destinati a persone disabili per lo svolgimento dell'attività sportiva tra i dispositivi erogati dal Servizio sanitario nazionale” del 18 dicembre 2018 , la Responsabile Area Sanità - Direzione Sourcing Servizi e Utility Roberta D’Agostino di CONSIP (centrale acquisti della pubblica amministrazione italiana) ha espresso una posizione analoga, dal momento che le protesi acustiche: “sono dispositivi fatti sulla persona con un livello di personalizzazione tale che non è la gara di qualsiasi forma lo strumento adatto per la loro acquisizione”.

Il tema gare d’appalto vs. tariffe per l’acquisizione di protesi acustiche e l’erogazione di assistenza audioprotesica da parte dell’SSN è tuttora molto dibattuto a livello scientifico, operativo e politico[2]. Ciò che emerge dall’analisi dei dati oggetto di questo studio è che il sistema tariffario ha garantito, dal 1999, appropriatezza, qualità del servizio e soddisfazione del paziente. Considerato che il tema delle risorse finanziarie ha assunto da tempo centralità nelle scelte di politica sanitaria, le nuove modalità di acquisizione dovranno accettare la sfida di coniugare l’ottimizzazione della spesa pubblica con il mantenimento dei risultati raggiunti e la conservazione dell’alto valore sociale creato dal settore.

 

[1] Condizioni Commissione Affari Sociali della Camera 14 dicembre 2016:
5. al medesimo articolo 17, sia mantenuto il sistema tariffario in luogo delle pubbliche procedure previste dallo schema di decreto in esame, per l’acquisto di dispositivi audioprotesici […] che per le loro caratteristiche e per le specifiche necessità funzionali dell’utenza cui sono destinati necessitano di un percorso prescrittivo individualizzato e di un appropriato percorso valutativo condotto da un’equipe multidisciplinare nonché di un adeguato training all’uso, al fine di garantire la massima personalizzazione e aderenza alle esigenze degli utenti, obiettivi difficilmente raggiungibili mediante procedure di gara;

Osservazioni Commissione Sanità del Senato 14 dicembre 2016:
d) ferma restando l'importanza delle procedure di evidenza pubblica per garantire un utilizzo appropriato delle risorse, in sede di acquisto di beni e servizi per le esigenze del sistema sanitario, occorrerebbe che, per l’acquisto di dispositivi audioprotesici - in considerazione delle loro caratteristiche e delle necessità del percorso individualizzato cui devono fare fronte - sia mantenuto il sistema tariffario

[2] Sentenza Consiglio di Stato 759-2019