Quale valore sociale?

Il settore dell’audioprotesi ha in sé un primo importante aspetto di valore sociale che lo connota e che è rappresentato dall’elemento centrale del miglioramento della qualità della vita delle persone che utilizzano direttamente i dispositivi acustici, insieme a quello dei familiari e delle persone che vi entrano in relazione.

Altrettanto importante è il valore sociale del settore, sotto il profilo economico e occupazionale, e relativo al fondamentale contributo che le tecnologie sanitarie sono in grado di fornire nel promuovere la prevenzione, la qualità delle cure e la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale.

Due aspetti in particolare sono degni di nota. In primo luogo si tratta di una tecnologia amica ad alto contenuto di innovazione, in grado di inglobare il continuo avanzamento tecnologico con ergonomia ottimale e a decrescente invasività e alte performance.

Ma ciò che è peculiare del settore è lo stretto nesso tra protesi acustica e servizi di assistenza e supporto. Le persone che utilizzano tali dispositivi non sono mai sole, ma sono costantemente accompagnate e supportate in caso di bisogno. Grazie alla elevata professionalità degli Audioprotesisti, ampiamente riconosciuta dai pazienti, l’interazione tra dispositivo e servizio è totale ed è una importante fonte di sicurezza per gli utilizzatori, da loro indicata come un aspetto centrale della qualità della vita riconquistata grazie alla protesizzazione. Non si tratta quindi di un rapporto da mass-market disintermediato tra produttori e venditori da un lato e acquirenti dall’altro, ma di un sistema coeso e coerente che, dalle imprese ai professionisti, affianca le persone e gli consente di massimizzare in sicurezza l’utilizzo della protesi acustica, garantendone l’efficacia.

Infine, un aspetto altrettanto centrale e spesso non sufficientemente richiamato è il valore sociale in termini di prevenzione.

L’intervento riparativo, soprattutto se precoce, non solo migliora la qualità della vita della persona con disturbi dell’udito, ma riduce lo sviluppo di patologie gravi per le quali l’ipoacusia costituisce un fattore di rischio, come la demenza. La presa in carico clinica di tali patologie è ben più costosa, in termini economici e sociali, di quella di soggetti con ipoacusia, ottenibile tramite l’assistenza audioprotesica. Una ricerca recentemente pubblicata[1] ha stimato tale risparmio nell’ordine degli 11 miliardi di Euro all’anno in Italia.

È vero poi che più coinvolte nel problema sono le persone anziane, ma non si può non tener conto delle conseguenze di un abbassamento dell’età di insorgenza dei problemi uditivi, con il coinvolgimento di giovani a seguito di comportamenti a rischio ormai endemici, come utilizzo improprio delle cuffiette per i device. Un’attenzione particolare va poi data ai cinquantenni e dintorni, cioè persone nel pieno della propria attività professionale e di vita e che magari stentano a riconoscere a se stessi di avere bisogno di supporti uditivi.

Ancora e soprattutto in questi casi non si può non mettere in luce che Il ricorso tempestivo alle protesi acustiche rappresenta uno straordinario fattore di prevenzione sanitaria, un valore sociale che va ancor più fortemente riconosciuto e sostenuto.

Infine, è importante sottolineare come il settore delle audioprotesi in Italia abbia conseguito livelli di eccellenza a livello mondiale per la capacità di soddisfare i bisogni e le aspettative degli utenti.

Ciò è avvenuto grazie all’introduzione di un percorso universitario che ha qualificato i professionisti del settore a un livello più alto rispetto ai colleghi di altri Paesi e a un sistema di erogazione del servizio altamente competitivo. Questa competitività è stata fino ad ora favorita da un sistema di rimborso a tariffa che pone la libera scelta dell’utente, e quindi la piena soddisfazione dei suoi bisogni, al centro del sistema stesso e obbliga tutti gli operatori a una ricerca continua del miglioramento verso l’eccellenza.

Le performance di mercato, analizzate non solo per ciò che riguarda il loro aspetto quantitativo – peraltro, in crescita costante – ma in termini di soddisfazione del paziente, esprimono il livello più alto tra i Paesi europei: il trend di crescita degli ultimi anni è molto rilevante sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo.

Questo risultato è stato possibile anche grazie alla presenza di un sistema di rimborso a tariffa che privilegia la libertà di scelta del paziente e l’autonomia del professionista, oltre a stimolare una competizione positiva a vantaggio dell'utilizzatore finale.

Si tratta quindi di un sistema che funziona molto bene, che promette ulteriori miglioramenti futuri, che può ovviamente essere reso più efficiente ma solo mantenendo continuità sui principi fondamentali: professionalità, autonomia, libertà di scelta, competitività.

Un sistema e una professione che possono dare ancora di più in una società che ha il primato di longevità e che si trova a dover affrontare il  conseguente primato dell’alto costo della cronicità.

Per non dover fronteggiare gli alti costi delle malattie degenerative bisogna  anzi tutto prevenire, ed un aspetto sicuramente centrale è quello della prevenzione dell’invecchiamento cognitivo determinato dalla mancata rimediazione uditiva, che ove c’è predisposizione può arrivare sino alla demenza senile.

Tenuto conto del legame fra capacità cognitiva e difficoltà uditive e del significativo impatto epidemiologico dell’invecchiamento sulle malattie cronico degenerative è importante sottolineare la funzione preventiva dell’intervento riparativo precoce sull’udito. Di nuovo risulta determinante  proprio il ruolo socio-sanitario dell’Audioprotesista, già oggi riconosciuto gold-standard, anche nel contribuire alla sostenibilità e appropriatezza dell’impiego delle risorse economiche destinate alla salute pubblica in una società che invecchia.

 

[1] Brunel University London – Hearing Loss: Numbers and Costs - 2019