Il ruolo crescente delle fonti di informazione professionale, sia dei singoli professionisti, tra cui prevale il ginecologo, che del servizio vaccinale è un dato importante che può contribuire a spiegare la conoscenza tendenzialmente più puntuale delle caratteristiche e dei rischi associati all’Hpv ma anche degli strumenti per prevenirlo.
È interessante notare che la conoscenza dell’Hpv-test tra i genitori è migliorata negli ultimi 2 anni anche tra i padri, anche se riguarda globalmente ancora solo la metà degli intervistati (fig. 4). Inoltre, si tratta di una informazione che non solo è più presente tra le donne ma anche tra le più istruite, che dichiarano di conoscere l’Hpv-test nel 62,6% dei casi contro la media femminile del 55,8%.
Diversa è la situazione relativa al Pap test, uno strumento di prevenzione entrato a far parte dei comportamenti consolidati delle donne italiane conosciuto rispettivamente dal 90,2% dei genitori (96,7% delle mamme) e dal 94,6% delle donne (tab. 6 ).
Anche la conoscenza della vaccinazione contro il Papillomavirus umano è ormai appannaggio di una quota ampiamente maggioritaria dei genitori e delle donne italiane. Affermano di conoscerla l’81,3% dei genitori (il 91,1% tra le mamme) ed il 78,6% delle donne, segno evidente che l’informazione è ancora legata alla vaccinazione per i figli (tab. 7 ).
Per quel che riguarda le fonti informative sulla vaccinazione anti Hpv, è il servizio vaccinale della Asl ad assumere la posizione preminente sia nel campione di genitori (32,2%) che nel campione di donne (23,4%) ed acquista peso il pediatra di libera scelta oltre al medico di medicina generale. Internet appare in questo caso una fonte meno citata (14,3%) con una percentuale più vicina a quella che indica materiali e campagne informative come fonte da cui ha appreso informazioni sulla vaccinazione anti Hpv (tab. 8).
Come nel caso dell’informazione sull’Hpv, risulta aumentato nel tempo soprattutto il ruolo svolto dal complesso dei professionisti della salute, insieme al quello del servizio vaccinale, mentre hanno perso terreno tutte le altre fonti informative. Sul punto rilevante dell’indicazione al vaccino, i dati sull’informazione dei genitori rilevano che, a fronte dell’aumento della quota di genitori che sa che è disponibile il vaccino contro l’HPV (come ricordato era il 73,8% ed è oggi l’81,3%), diminuisce chi ritiene che sia una vaccinazione solo per le ragazze e aumenta chi pensa che si tratti di una vaccinazione indicata sia per le figlie femmine che per i figli maschi di dodici anni (41,0%). Evidentemente le scelte del nuovo Piano vaccinale, che ha allargato le campagne gratuite anche ai maschi della stessa età, hanno svolto un ruolo importante per la diffusione di informazioni più complete, che tuttavia rimangono appannaggio di quote minoritarie (tab. 9).
Importanti quote di intervistati affermano dunque di avere conoscenza degli strumenti di prevenzione dei tumori Hpv correlati, soprattutto del Pap test e della vaccinazione anti Hpv, e dichiarano il ruolo crescente dei professionisti della salute, ma ciò che appare interessante è l’approfondimento effettuato in merito alle specifiche informazioni fornite alle donne dal proprio ginecologo in tema di prevenzione del Papillomavirus umano.
L’87,1% delle donne afferma che il proprio ginecologo ha consigliato loro di fare il Pap test mentre è più bassa, anche se ancora maggioritaria (58,9%), la percentuale di coloro che sono state avvisate dell’importanza di trattare l’infezione da Hpv perché può essere causa del tumore al collo dell’utero. Informazioni più puntuali sulle modalità di trasmissione e sull’importanza della prevenzione dell’Hpv sono citate da quote più basse e non più maggioritarie che oscillano intorno al 40% del campione. Al 35,7% è stato consigliato di effettuare l’Hpv-test e al 23,3% di effettuare la vaccinazione, quota che sale al 27,8% tra le intervistate che hanno fino a 35 anni (fig. 5).
L’età delle intervistate può contribuire a spiegare questa ultima percentuale relativa alla vaccinazione ma risultano non particolarmente elevate anche le quote di donne che affermano di aver ricevuto informazioni puntuali sull’Hpv, le modalità di trasmissione ed i rischi ad esso correlati.
Nel complesso, il giudizio che gli intervistati esprimono nei confronti dell’informazione disponibile sul Papillomavirus e la vaccinazione continua a non essere positivo, e non si discosta da quello rilevato nella precedente indagine. Ancora quasi la metà dei genitori afferma che le informazioni che circolano al riguardo sono poche e poco chiare (48,3% che era 48,9%), e di nuovo a questa quota si aggiunge anche il 30,2% (32,5% nel 2017) di genitori che ritengono che circolino molte informazioni ma confuse e contraddittorie. Le opinioni variano in qualche misura in base al titolo di studio con l’indicazione della carenza di informazioni chiare più presente tra chi ha i titoli più alti e l’impressione di confusione sostenuta maggiormente da chi ha il titolo intermedio (tab. 10).