Il primo aspetto che va sottolineato è che i tumori risultano le patologie temute dalle quote più elevate del campione sia di genitori (65,9%) che di donne (66,9%) (tab. 2).
Di nuovo senza variazioni di rilievo, seguono in questa graduatoria delle malattie più temute le demenze e le paure che causano non autosufficienza fisica.
Le malattie cardio vascolari, che pure sono tra le principali cause di morte, vengono citate da quote molto più basse, anche se più elevate tra i genitori, anche per il peso della componente maschile che le teme in misura maggiore (20,4% dei padri contro il 10,9% delle madri).
In questa popolazione abbastanza giovane si temono dunque più i tumori, che sono cause di morte presenti in modo significativo anche per la popolazione con meno di 65 anni di età, insieme alla eventualità della non autosufficienza sia fisica che cognitiva.
E se le graduatore non cambiano tra le persone di diverse età, si nota che al Nord e tra le persone con livelli di istruzione più elevati appare tendenzialmente più elevata proprio la paura delle malattie che comportano disabilità. In ogni caso, la paura dei tumori appare trasversale e si conferma largamente prevalente nell’immaginario collettivo.
Eppure la maggioranza dei rispondenti (69,3% nel campione genitori e 63,8% in quello delle donne) è del parere che i tumori si possano prevenire, anche se si tratta di una consapevolezza che cresce tra coloro che hanno livelli di istruzione più elevati.
Rispetto alle strategie di prevenzione gli intervistati affermano prima di tutto l’efficacia dei controlli medici e diagnostici preventivi (80,3% nel campione di genitori e 84,0% tra le donne), ed indicano in seconda battuta l’alimentazione sana. In linea di massima l’efficacia delle strategie preventive è più richiamata dai rispondenti con livelli di istruzione più elevati, ma ci sono differenze tra i due campioni rispetto agli screening ed ai controlli preventivi, che le donne citano in modo trasversale, segno della crescita di consapevolezza tra le donne, sempre più abituate ad effettuare screening al seno, pap test ed Hpv-test (tab. 3).
Il richiamo alla vaccinazione coinvolge poco meno di un terzo degli intervistati in entrambi i campioni ed è la strategia di prevenzione dei tumori meno richiamata, sicuramente anche perché ad oggi applicabile solo ad alcune tipologie tumorali: oltre alla vaccinazione contro il Papilloma virus umano (Hpv), è disponibile quella contro il virus dell'epatite B (Hbv) che riguarda il tumore del fegato Hbv correlato.
Sul dato incide però anche la dimensione dell’informazione, dal momento che, nel campione di donne, la vaccinazione appare meno citata proprio tra quelle con il più basso livello di scolarizzazione, segno che esiste ancora un problema di informazione che penalizza proprio le donne meno istruite.