Sotto il profilo dei comportamenti di prevenzione, nel complesso le donne intervistate hanno dichiarato di effettuare in larghissima maggioranza il Pap test (89,1%) anche se in presenza di una quota minore al Sud. Decisamente più ridotta e pari al 24,9% la percentuale di chi afferma di avere fatto l’Hpv- test, in questo caso con una prevalenza di donne che risiedono al Centro. Mentre il ricorso al Pap test cresce al crescere dell’età (dichiara di averlo effettuato il 97,0% delle over 45) l’adesione all’Hpv-test è maggiore tra le più giovani (28,9% tra coloro che anno meno di 36 anni).
Nel campione di donne intervistate si ritrovano quote di donne che hanno avuto problemi di vario tipo legati al Papillomavirus umano. Il 21,3% ha avuto un risultato positivo all’Hpv-test ed il 13,7% al Pap test e quasi il 20% ha fatto una colposcopia. Al di là dei singoli problemi, appare interessante indagare sull’atteggiamento rispetto alla prevenzione dell’Hpv delle donne che hanno avuto almeno una esperienza legata all’infezione da Hpv. La decisione di non tralasciare più i controlli rappresenta l’atteggiamento più diffuso (34,6% delle donne con esperienza di infezione da Hpv) e, accanto a quello positivo di chi apprezza il fatto che non ci siano state conseguenze (31,8%), emerge il 25,9% di chi rammarica di non essersi vaccinata perché il vaccino non era disponibile o indicato mentre il 17,1% ha deciso di valutare la possibilità di farsi vaccinare (fig. 6).
Nei confronti della vaccinazione emergono dunque nuovi approcci che fanno di nuovo emergere il tema delle fonti e della tipologia di informazioni ricevute, ma sollevano più in generale la necessità di sviluppare nelle donne italiane una maggiore consapevolezza complessiva rispetto ai comportamenti di prevenzione.