3.1. Siamo tutti digital generation
La vita digitale è insieme famigliare e individuale:
- famigliare, perché è la casa che è al centro della nuova vita e hanno sempre più importanza gli spazi disponibili e le dotazioni tecnologiche in termini di numero di device ed efficienza della infrastruttura;
- individuale, perché il digitale è il regno della soggettività, ognuno si trova da solo di fronte al suo schermo e si affermano modalità di fruizione e di ascolto personalizzate, con i diversi componenti della famiglia che sono contemporaneamente impegnati su schermi diversi a svolgere attività e seguire programmi e contenuti diversi.
I dati sulle fruizioni individuali certificano l’accelerazione repentina che negli ultimi due anni ha avuto la vita digitale, per cui quasi 50 milioni di italiani che hanno più di 4 anni, l’85,6% del totale, si sono collegati almeno una volta ad internet e 44 milioni di italiani, il 76,1% del totale, si collegano ad internet almeno una volta ogni due giorni, con una crescita dell’8,9% negli ultimi due anni (tab. 14). Praticamente tutti quelli che si collegano con frequenza ad internet utilizzano lo smartphone (42 milioni e mezzo di individui, il 73,4% del totale), ma a crescere di più sono quelli che utilizzano gli altri supporti, più adatti ad attività di studio, di lavoro o anche alla fruizione di video/contenuti on demand: 13 milioni e 800.000 individui, il 23,8% della popolazione, si connettono da pc portatile, con una crescita del 40,5% negli ultimi due anni; oltre 6 milioni, il 10,7% dal tablet (+19,6% dal 2019) e 4 milioni e 400 mila, il 7,6% da pc fisso (+7,0%).
Generazione nata sul web, i giovanissimi vivono le dinamiche della vita digitale in maniera più naturale e più intensa rispetto agli adulti, senza aver bisogno di imparare “come si fa”, ma anche senza avere una idea chiara dei rischi che si annidano nel web. I minori frequentano in massa la rete: circa 6 milioni di giovanissimi che hanno tra i 4 e i 17 anni, il 79,2% del totale, si è collegato al web almeno una volta e il 64,0% (5 milioni in valore assoluto) si connette con assiduità. Si tratta di una quota che si avvicina alla media nazionale del 76,1%, ma che al suo interno presenta forti differenziazioni basate sull’età (tab. 15).
- 2 milioni e 300.000 adolescenti che hanno tra i 14 e i 17 anni sono tutti connessi e il 95,1% si connette almeno una volta ogni due giorni;
- tra i ragazzi che hanno tra gli 11 e i 14 anni si connette l’86,4% e il 73,6% (1 milione e 200 mila) lo fa con assiduità;
- infine, 1 milione e 400.000 bambini che hanno tra i 4 e i 10 anni, pari al 39,7% del totale, si connettono con assiduità e il 62,6% si è connesso almeno una volta.
Sicuramente la didattica a distanza ha fatto lievitare il numero di minori connessi e la frequenza dei collegamenti, determinando una crescita delle connessioni destinata a perdurare nel tempo. Resta il fatto che per i giovanissimi internet non è una conquista, ma un diritto inalienabile cui non sono disposti in alcun modo a rinunciare e di cui non percepiscono i pericoli.
Pericoli di cui, invece, sono consapevoli i loro genitori, che in una recente indagine del Censis nel 43,1% del totale si dichiarano preoccupati dei rischi legati al libero accesso ad Internet dei minori, pericoli che, nella gran parte dei casi, non riescono a prevenire, controllare e contrastare e su cui vorrebbero agire con la collaborazione delle altre agenzie educative e dei gestori.
3.2. L’esplosione della televisione fuori dal televisore
Nell’ultimo anno e mezzo gli italiani sono stati costretti a passare molto più tempo in casa, hanno avuto la necessità di essere informati su quanto stava accadendo e insieme hanno cercato evasione ed intrattenimento. Questo spiega la crescita della audience e del tempo medio trascorso davanti al televisore, ma anche il complessivo balzo in avanti della cosiddetta “televisione fuori dal televisore”, ovvero della fruizione di contenuti televisivi in modalità lineare e on demand fruibili da schermi e piattaforme diversi.
Diffusione di internet e moltiplicazione degli schermi: sono questi gli ingredienti su cui si basano i cambiamenti ormai irreversibili nelle fruizioni di contenuti audio-video degli italiani, che non si accontentano più del palinsesto unico ed uguale per tutti trasmesso da un’unica fonte, ma vogliono intervenire personalmente nella costruzione del proprio palinsesto attingendo a fonti diverse.
Un palinsesto che sempre più spesso prevede il passaggio e l’ibridazione tra dispositivi diversi, piattaforme diverse, contenuti diversi in un viaggio soggettivo e irreversibile nella multicanalità, reso possibile dall’evoluzione tecnologica.
Oggi qualsiasi schermo offre l’opportunità di usufruire di trasmissioni, programmi, contenuti live e on demand; mentre sul lato della domanda le possibilità offerte dalle tecnologie permettono fruizioni orizzontali, analogiche e digitali, di interi programmi o di parti di essi, in modo continuativo o frammentato, live e on demand.
Nel 2020[1] crescono gli ascolti della tv lineare, ma aumentano anche gli italiani che si connettono ad internet per guardare i programmi televisivi che sono trasmessi in contemporanea in televisione, aumenta la domanda di film scaricabili gratuitamente da internet e cresce tutto il segmento dei contenuti televisivi e video in streaming free e a pagamento, che si possono vedere da Smart Tv o da altri schermi connessi.
Nel 2020 7 milioni e 300.000 italiani con più di 4 anni, il 12,5% del totale, si sono connessi ad internet per guardare contenuti televisivi trasmessi in contemporanea in televisione: nel 2019 non raggiungevano i 6 milioni, e sono in crescita del 24,6% (tab. 16).
Oltre 4 milioni di italiani seguono la programmazione televisiva lineare sullo smartphone (+ 6,3%), mentre 2 milioni e 700.000 la seguono dal pc, con una crescita del 41,1% nell’ultimo anno considerato, e un milione e 200.000 vedono i contenuti tv sul tablet.
[1] Si tratta di un trend che continua anche nel 2021, e che – a partire da quest’anno- è puntualmente rilevato nella Rilevazione di base Auditel attraverso domande specifiche sulle fruizioni, gli abbonati e gli abbonamenti. Tali dati saranno analizzati a partire dal prossimo anno.