Comunicati Stampa

Il capitolo «Governo pubblico» del 43° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2009

Roma, 4 dicembre 2009 – La semplificazione che non arriva. Sembra ancora un lontano miraggio la semplificazione normativa che il Paese attende da anni. I costi sostenuti dalle imprese per conformarsi agli obblighi normativi corrispondono al 4,6% del Pil. Dopo la Grecia, siamo il Paese dell’area Ocse dove è più costoso avviare un’impresa: occorrono in media 5.681 dollari contro i 1.960 della Germania, i 347 della Francia, i 318 degli Stati Uniti, i 285 della Gran Bretagna. Ogni impresa italiana è costretta ad effettuare in un anno almeno 15 pagamenti al fisco, cui vengono dedicate mediamente 334 giornate lavorative: parecchie, se confrontate con quelle necessarie in Spagna (234), Germania (196), Francia (132) e Regno Unito (105). Per ottenere una licenza per la costruzione di un magazzino occorrono in media 257 giorni in Italia, 144 in Gran Bretagna, 137 in Francia, 100 in Germania e 40 negli Stati Uniti. In caso di controversie, l’Italia detiene anche il triste primato della durata delle azioni di tutela dei contratti commerciali: 1.210 giorni (circa 4 anni), contro 404 giorni in Gran Bretagna, 394 in Germania, 331 in Francia, 300 negli Stati Uniti.  

La giustizia italiana alla ricerca di nuovi «fori». L’Italia è il primo Paese europeo per numero di cause pendenti (3 milioni 688 mila), seguita a distanza da Francia (1 milione 165 mila) e Spagna (781 mila). Le disfunzionalità del sistema giustizia continuano a penalizzare i processi di sviluppo e modernizzazione del Paese. Emerge così una domanda di giustizia disposta a rivolgersi al di fuori del sistema «ordinario» pur di avere risposte certe in tempi brevi. Tra il 2005 e il 2007 le domande di conciliazione presso le Camere di commercio aventi per oggetto controversie tra imprese sono più che raddoppiate e gli arbitrati sono aumentati del 7,1%. Il ricorso ai sistemi extragiudiziali consente non solo di ridurre i tempi di risoluzione delle controversie, ma anche di contenerne i costi, di cui il Censis stima una incidenza media sul fatturato aziendale dello 0,8% con un esborso medio annuo di 3.832 euro per azienda (ovvero una spesa complessiva per il sistema delle imprese pari a 22,9 miliardi di euro).

La digitalizzazione incompiuta della Pa. Il percorso di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, cui sono legate le aspettative di ammodernamento della macchina pubblica, è arrivato a un bivio. Malgrado i recenti progressi, l’Italia continua a scontare un netto ritardo in Europa. Rispetto alla media europea del 28%, gli italiani che ricorrono a Internet per relazionarsi con le autorità pubbliche sono solo il 15%: percentuali inferiori si registrano solamente in Bulgaria (8%), Romania (9%), Grecia (10%) e Repubblica Ceca (14%), mentre si collocano molto sopra la media Olanda (54%) e Finlandia (83%). Al momento risultano disponibili on line i servizi di autocertificazione anagrafica (nel 66,6% dei Comuni), il pagamento dell’Ici (52,6%), la denuncia di inizio attività edilizia (48,5%), la dichiarazione della tassa di smaltimento dei rifiuti solidi urbani (42,1%), l’autorizzazione unica Suap (40,5%), l’iscrizione all’asilo nido (24,4%), la concessione dell’occupazione permanente di suolo pubblico (22,6%), l’assegno per il nucleo familiare (20,7%), il contrassegno di invalidità (20,1%), la dichiarazione di inizio attività produttiva (19,5%), la concessione del passo carrabile (19%), l’iscrizione al servizio di mensa scolastica (18,1%) e il pagamento della Tarsu (14%).

 

4 Dicembre 2009