Roma, 3 dicembre 2021 – Donne vittime senza essere colpevoli. Nel 2020 le donne denunciate o arrestate per reati commessi sono state 140.351, pari al 17,9% dei 785.813 arrestati o denunciati complessivi sul territorio italiano. Nonostante le denunce per reati di genere siano diminuite negli ultimi venti mesi di emergenza sanitaria, nel 2020 sono state uccise 116 donne, 99 delle quali in ambito familiare o affettivo, 67 per mano del partner o di un ex. Nell’anno del Covid-19 le donne chiuse in casa hanno avuto più paura, tanto che sono cresciute in maniera esponenziale le richieste di aiuto: nel 2020 si sono registrate 31.688 chiamate al numero verde 1522 (+48,8% rispetto al 2019). Di queste, 11.653 erano vittime di violenza e 1.342 di stalking. Il trend non sembra diminuire nel 2021: nei primi tre mesi dell’anno le chiamate sono state 7.974 (+38,8% rispetto al primo trimestre 2020). Le donne raccontano di non sentirsi sicure anche fuori casa: il 75,8% ha paura di camminare per strada e prendere i mezzi pubblici la sera (per gli uomini la percentuale si riduce al 41,6%) e l’83,8% teme i luoghi affollati (la percentuale si ferma al 66,4% tra gli uomini).
La paura del web. Dal 1° agosto 2020 al 31 luglio 2021 in Italia sono stati denunciati complessivamente 1.875.038 reati, in diminuzione del 7,1% rispetto allo stesso periodo del 2020. Nello stesso periodo i reati informatici sono stati 202.183, il 10,8% del totale, e hanno registrato un incremento del 27,3%. Gli italiani sono consapevoli che il web nasconde pericoli da cui bisogna tutelarsi. Il 54,3% associa il maggiore utilizzo del web a rischi legati alla sicurezza informatica mentre svolge operazioni bancarie, attività lavorative, acquisti online. Il 43,1% è preoccupato del libero accesso a internet dei minori. Il 27,6% teme per la salute mentale e i rischi di dipendenza che possono determinarsi a causa della sovraesposizione al web e ai social network. Il 22,6% teme gli hater, gli odiatori di professione che, approfittando dell’anonimato, insultano le persone sui social network.
Da casa rifugio a casa fortezza. Quasi 9 milioni di italiani, il 17,4% della popolazione adulta, hanno paura di stare da soli in casa di notte. Due terzi di questi, 6 milioni, sono donne. Non stupisce che il 90,9% degli italiani abbia almeno un sistema di sicurezza a difesa della propria abitazione. Il più diffuso è la porta blindata (65,7%), il 56,5% non tiene in casa oggetti di valore, il 37,0% ha installato un sistema di allarme, il 32,8% protegge gli accessi dalle porte o dalle finestre con le inferriate e il 30,3% ha installato una telecamera. Inoltre, il 9,6% degli italiani adulti, 4,8 milioni, dichiara di possedere un’arma da fuoco.
Anche il Covid-19 diventa un business. Dei 16.638.268 articoli contraffatti sequestrati nel 2020 dalla Guardia di Finanza e dall’Agenzia delle Dogane, in diminuzione del 39,1% rispetto al 2019, ben 8.327.879 possono essere classificati come dispositivi anticovid. Si tratta soprattutto di mascherine, guanti monouso, tute e termometri. I dati relativi ai pezzi sequestrati nel 2020 testimoniano la presenza di traffici significativi di dispositivi di protezione, igienizzanti, termometri contraffatti e non sicuri, e la ancora più pericolosa vendita online di falsi medicinali per il Covid-19. Se ai dispositivi contraffatti si aggiungono gli oltre 46 milioni di dispositivi medici che sono stati ritirati dal mercato perché ritenuti non sicuri, che rappresentano il 61,2% del totale dei pezzi non sicuri sequestrati nel corso del 2020, è ancora più evidente quale sia stato il peso del Covid-19 sul mercato dell’illecito.
La resilienza alla pandemia degli imprenditori stranieri. Durante la pandemia, in risposta alla mancanza di lavoro dipendente, i migranti hanno continuato a mostrare la loro vitalità. Tra il 2019 e il 2020, a fronte di una riduzione degli imprenditori italiani dell’1,0%, quelli stranieri sono aumentati dell’1,9%. A fine dicembre 2020 risultano essere 463.048. Di questi, 376.264 provengono da Paesi extracomunitari. L’aumento dei titolari di impresa stranieri, a fronte di una riduzione degli italiani, prosegue anche nel primo semestre del 2021. A fine giugno gli imprenditori stranieri sono 465.352 (+1,8%) e rappresentano il 15,5% del totale. Due sono i settori in cui la loro presenza è più evidente: il commercio e le costruzioni. Gli esercizi commerciali a titolarità straniera, generalmente gestiti da marocchini, bangladesi, cinesi (con senegalesi e nigeriani particolarmente attivi nel commercio ambulante) hanno retto alle restrizioni del periodo pandemico e a fine giugno 2021 si contano 180.225 imprese, che valgono il 20,5% dell’intero settore. Le imprese edilizie con un titolare straniero, in genere di nazionalità rumena o albanese, sono 123.109, rappresentano il 26,7% del comparto e nell’ultimo anno sono cresciute del 4,0%. Durante l’emergenza sanitaria sono aumentate anche le imprese agricole (+4,9%) e le attività finanziarie e assicurative con titolare straniero (+5,1%).
3 Dicembre 2021