La tecno-polarizzazione dei salari

Un salario quasi doppio rispetto a quello degli altri settori: ecco che cosa significa concretamente lavorare oggi in aziende collocate sulla frontiera più avanzata della tecnologia e della conoscenza.

A rivelarlo sono i dati relativi ai salari degli occupati in imprese che operano in settori a medio-alta tecnologia e knowledge intensive: un insieme di imprese enucleato a partire dalla classificazione Eurostat-Ocse che identifica i settori manifatturieri a media e alta intensità tecnologica come quelli con la più alta spesa in investimenti per ricerca e sviluppo e identifica le attività nei servizi ad alto livello di conoscenza come quelle dove più di un terzo dei lavoratori occupati possiede una laurea. Sono 180.782 (il 4,2% del totale) le imprese operanti in settori che vanno dalle telecomunicazioni alla produzione di veicoli spaziali, apparecchi ottici, sistemi informatici, prodotti farmaceutici e chimici, fibre, veicoli elettrici. 

Nel 2017, fatto 100 il salario medio di un lavoratore occupato nel comparto industria e servizi, quello di un lavoratore occupato in settori ad alto e medio impatto tecnologico e ad alto contenuto di conoscenza è pari a 184,1, mentre quello di un lavoratore occupato nelle altre imprese è pari a 93,5 (tab. 1).

Sono numeri che, in maniera plastica, certificano l’esistenza di una tecno-polarizzazione dei salari: una disuguaglianza che taglia in due la popolazione occupata, spinge in avanti chi lavora in settori a più alto contenuto di tecnologia e conoscenza, e lascia indietro gli altri.