La rappresentazione del vissuto quotidiano delle famiglie, fra lavoro domestico e fuori casa, fra domanda di servizi ed esigenze di integrazione dell’impegno familiare, e la verifica della condizione delle famiglie, in questi mesi di pandemia, offrono indicazioni importanti per meglio definire la domanda potenziale di servizi per la famiglia e per comprendere gli impatti dovuti a eventi esterni come il rischio del contagio. Gli ambiti sui quali si è proceduto alla verifica nel corso della rilevazione sono stati, in primo luogo, lo stato della salute personale e la disponibilità dei servizi per le famiglie. Secondo il 26,3% del campione, la salute personale ha subito, negli ultimi 18 mesi, un peggioramento. Non ha riscontrato grandi variazioni il 71,6%, mentre la parte marginale del campione ha invece visto migliorare la propria condizione di salute (2,1%, tab. 10).
Fra le diverse tipologie di famiglie, sono soprattutto le persone che vivono da sole a dichiarare uno stato di salute peggiore, con una percentuale che rispetto al dato complessivo del campione, sale al 37,0%, oltre dieci punti in più (tab. 11). A seguire, ma con un dato vicino al valore medio, sono le coppie senza figli ad aver riscontrato un peggioramento (27,9%), mentre più contenuta appare la concentrazione di risposte sia per la coppia con figli, sia per i nuclei formati da un solo genitore con figli (rispettivamente il 21,6% e il 22,1%).Accanto alle persone che vivono da sole, sono in particolare gli over 75enni a dichiarare un peggioramento della salute negli ultimi 18 mesi (44,4%). Se si rammenta che all’interno del campione il 57,0% degli over 75 vive da solo, il peggioramento della salute appare particolarmente diffuso proprio fra le persone più avanti con l’età e con una rete di prossimità più debole (tab. 12).Sul piano della disponibilità di servizi di cura e assistenza per le famiglie, il 33,1% del campione ha riscontrato un peggioramento incorso negli ultimi 18 mesi (tab. 13). Solo il 2,0% ha notato un miglioramento nella possibilità di accedere o usufruire dei servizi per la famiglia, mentre il 64,9% non ha rilevato significativi cambiamenti nell’offerta. Vista dal lato delle diverse forme familiari, il peggioramento risulta più evidente per i monogenitori con figli (38,2%) e per le persone sole (35,5%, tab. 14). Anche in questo caso la condizione di unico componente o di unico genitore mostra una maggiore sensibilità alla possibilità di poter disporre di servizi adeguati. Vista dal lato dell’età, sono soprattutto le persone con meno di 50 anni ad essere più insoddisfatte e a aver visto peggiorare l’accesso ai servizi (36,3%), mentre a seguire, l’altra percentuale più elevata può essere ricondotta agli over 75 (34,5%, tab. 15).