I passi in avanti del welfare aziendale nell’anno trascorso

Intanto, in corso d’anno è cresciuto il ruolo del welfare aziendale, come certificato dall’aumento del numero dei lavoratori italiani coinvolti e dal più alto livello di conoscenza tra i lavoratori stessi.

Ecco il bilancio del welfare aziendale nell’anno trascorso, che denota un risultato positivo e lo mette in pista anche come efficace strumento di risposta alla tecno-disuguaglianza attesa.

Infatti:

- dei 17.300 contratti attivi depositati telematicamente al Ministero del Lavoro a novembre 2019, il 52,7% (9.121) prevede misure di welfare aziendale. Nel novembre 2018 la quota era pari al 46,1% dei contratti: +6,6% la variazione percentuale. Per quanto riguarda la contrattazione di secondo livello, nel 2017 il 33% dei contratti prevedeva accordi di welfare aziendale, nel 2018 la percentuale è salita al 38% (tab. 7);

- il 22,9% dei lavoratori dichiara di conoscere bene il welfare aziendale (+5,3% la differenza percentuale rispetto all’anno scorso): il 39,3% di dirigenti e direttivi, il 23,9% degli impiegati, il 14,3% di operai ed esecutivi. Migliora la conoscenza del welfare aziendale: si abbassa il rumore di una comunicazione che aveva generato confusione tra i lavoratori, ma restano i gap di conoscenza poiché chi si colloca più in basso nella scala aziendale lo conosce di meno (tab. 8).