Per capire la longevità attuale, in particolare la longevità attiva, occorre liberarsi di stereotipi che continuano ad avere corso nell’arena pubblica, a cominciare da quelli sulla condizione economica:
- boom di patrimoni e redditi. Dai dati sulla condizione economica degli anziani il poverismo riceve una smentita inequivocabile. Infatti, la quota di ricchezza degli anziani sul totale della ricchezza delle famiglie italiane è passata in 20 anni dal 20,2% a quasi il 40% del totale (fig. 3). Gli anziani hanno una ricchezza media più alta del 13,5% di quella media degli italiani, quella dei millennial è inferiore del 54,6%. In venticinque anni la ricchezza degli anziani è aumentata in termini reali del +77%, mentre quella dei millennial segna -34,6%. Il reddito medio familiare degli anziani in 25 anni ha segnato +19,6% reale ed è passato dal 19% del totale al 31%, mentre il reddito dei millennial ha registrato -34,3% nello stesso periodo. Inoltre è proprietario dell’abitazione in cui vive il 76,1% degli anziani (era il 64,7% 25 anni fa) ed il 44,5% dei giovani (era il 49,7% venticinque anni fa). In definitiva, il 62,7% degli anziani dichiara di avere una situazione economica solida, le spalle coperte, contro il 36,2% del totale della popolazione (tab. 2). La verità è che se oltre il 60% delle pensioni erogate è inferiore alle 1.000 euro mensili, molti sono i nuclei in cui entrano più pensioni e il reddito familiare è un mosaico di voci che le integra largamente;
- i consumi degli italiani soffrono, quelli degli anziani no. In 25 anni si è ridotta del -14% reale la spesa dei consumi familiari, +23,3% quella degli anziani, -34,3% quella dei millennial. Nell’ultimo biennio la spesa degli italiani per consumi segna +3,6%, quella degli anziani +4,5% e quella dei millennial -3% (fig. 4);
- consumare per vivere meglio. Alta e crescente è la propensione degli anziani per i consumi di qualità, culturali e di leisure, che li rende veri interpreti del modello di consumo della neosobrietà, improntato ad una rigorosa selezione dei consumi a vantaggio di quelli che più migliorano la qualità della vita. Così, ad esempio, sono 2,3 milioni gli anziani che visitano musei e mostre (+47% in dieci anni), 2,2 milioni quelli che vanno al cinema (+58,2), 2 milioni (+74,2%) visitano monumenti e siti archeologici, 1,6 milioni si recano a teatro (+29,1%), quasi 900 mila (+13,3%) vanno a concerti musicali, quasi 600 mila frequentano discoteche, e balere (+12,3%), 10, 7 milioni (+34,9%) fanno viaggi e vacanze (tabb. 3-4).