La sicurezza: un bene collettivo ad alto valore sociale

Universale e trasversale, la sicurezza sembra essere diventata una delle dimensioni della vita individuale e collettiva a cui gli italiani non intendono rinunciare: un bene ad alto valore sociale che rimanda ad un insieme articolato di bisogni il cui soddisfacimento risulta essenziale per la qualità del vivere civile.

La crescita delle paure e dell’incertezza, la polverizzazione della domanda individuale di sicurezza, nonché oggettivi vincoli di bilancio della spesa pubblica, hanno spinto il nostro Paese verso un moderno modello di sicurezza. Tale modello è il risultato della integrazione tra la dimensione pubblica e statuale, che rimane il perno fondamentale dell’offerta, e quella privata, fatta di una molteplicità molto articolata di device e modalità operative.

Oggi sul mercato della sicurezza si muovono soggetti diversi, che offrono soluzioni di vario tipo per sentirsi più sicuri: esiste una filiera privata della sicurezza che va dalle aziende che vendono al privato cittadino sistemi di difesa personale e dell’abitazione alla sicurezza garantita dalla filiera della sorveglianza attraverso gli addetti ai servizi di vigilanza, veri e propri professionisti della sicurezza chiamati ad affiancare le Forze dell’ordine nel presidio del territorio e di importanti obiettivi, sino agli operatori dei servizi fiduciari, che garantiscono qualità della vita e sicurezza di comunità.

Negli ultimi anni la filiera della sicurezza privata è cresciuta in quantità e in professionalità contribuendo in maniera decisiva al mantenimento di una situazione che fa del nostro Paese uno di quelli in cui è più basso il tasso di criminalità in Europa ed è maggiore la capacità di investigazione e di controllo. Si tratta di un settore in cui si sono sviluppate competenze e tecnologie che rendono i servizi offerti sempre più complessi e di alto profilo.

Malgrado il contributo crescente che la sicurezza privata dà al mantenimento dell’ordine pubblico e al presidio del territorio, e nonostante la crescita della complessità e della qualità dell’offerta e delle figure professionali coinvolte, il settore stenta a trovare un adeguato riconoscimento del proprio valore sociale e la guardia giurata è associata nell’immaginario collettivo alla figura del metronotte.

Nel sentiment collettivo la sicurezza privata è percepita come un insieme di attività a basso valore aggiunto di professionalità, tecnologia e organizzazione, come un’appendice non indispensabile di un settore in cui in troppi continuano a vagheggiare un impossibile ritorno ad un monopolio statale.

In realtà, la gente comune tende a confondere gli operatori della sicurezza privata con gli agenti delle Forze dell’ordine, non sa quali servizi offrano le società di vigilanza, né quale sia la professionalità e la formazione degli operatori impiegati, non guarda al vigilante come ad un professionista della sicurezza, e la stessa parola vigilanza soffre di un’immagine negativa.

Dare visibilità e valore sociale al settore della sicurezza privata significa riconoscere il ruolo complementare e indispensabile che questa svolge rispetto al settore pubblico, che da solo non potrà mai più garantire la sicurezza dei cittadini, e insieme rigettare pericolose derive della “ sicurezza fai da te” che, se non adeguatamente gestite, potrebbero addirittura portare ad un aumento dei reati più sanguinosi.

Negli ultimi anni sono cresciuti gli italiani che possiedono un’arma e aumenta la quota di quanti chiedono di semplificare la normativa per ottenere il porto d’armi: il rischio è quello di una crescita non controllata dei cittadini armati che, a fronte della presenza di una forte insicurezza tra la popolazione, potrebbe portare ad una pericolosa “americanizzazione” della società civile, con un aumento esponenziale di quanti sparano e di quanti uccidono.

Piuttosto che alimentare paure e pericolose tentazioni, è necessario invece valorizzare quello che già c’è, favorendo un upgrading della sicurezza privata come tassello complementare e fondamentale garantito da professionisti, rendendo chiaro il contributo nel dare sicurezza e qualità della vita a tutti i cittadini, soprattutto a quelli più deboli e vulnerabili.