Tagli alla spesa pubblica e moltiplicazione dei bisogni hanno costretto le amministrazioni centrali e locali a razionalizzare i servizi prestati direttamente ai cittadini e ad esternalizzare alcune funzioni.
Accanto alle Forze dell’ordine, sulle strade italiane si muove già un esercito silenzioso che svolge un ruolo sussidiario e complementare rispetto alla forza pubblica: sono gli addetti alla vigilanza privata, le cosiddette guardie giurate, ma anche gli operatori dei “servizi fiduciari”: personale specializzato non armato che custodisce altri importanti pezzi della vita pubblica e privata attraverso attività di portierato, accoglienza, controllo degli accessi. A chi lavora in questi due settori, che sono quelli che assorbono il maggior numero di dipendenti, va poi aggiunta una serie di figure che si muovono sul mercato della sicurezza privata: gli addetti ai controlli delle attività di intrattenimento e di spettacolo (i cosiddetti “buttafuori”), i bodyguard, gli steward negli stadi, gli investigatori privati.
Tra tutti questi operatori che, insieme e intorno allo Stato, contribuiscono a garantire la sicurezza dei cittadini, i più conosciuti e riconoscibili sono le guardie giurate. Incaricate di un pubblico servizio, le guardie giurate svolgono servizi armati e prestano giuramento dinnanzi ad un pubblico ufficiale della Prefettura, ma sono alle dipendenze dirette di aziende private: gli istituti di vigilanza. Il loro compito è quello di tutelare e proteggere beni mobili e immobili, svolgendo funzioni di prevenzione e repressione dei reati.
Questi uomini e queste donne contribuiscono con le Forze dell’ordine a fare sicurezza di comunità, trasformando in luoghi i cosiddetti “non luoghi” e facendo sentire sicuro chi li attraversa: è il caso dei presidi della vigilanza privata che si trovano in tutti i principali snodi logistici, dai porti agli aeroporti, alle stazioni dei treni e delle metropolitane, e persino sui mezzi pubblici di alcune città. Inoltre, le guardie giurate presidiano banche, edifici pubblici quali tribunali, ospedali, aziende.
Alcuni di loro svolgono servizi molto pericolosi e molto complessi: è il caso degli addetti al trasporto valori, un servizio gestito completamente dalle società di vigilanza privata attraverso il quale viene garantita la circolazione del cash nelle città italiane e senza il quale si fermerebbero banche, uffici postali, supermercati; mentre altri sono solo una presenza discreta e silenziosa che contribuisce a dare tranquillità ai cittadini italiani.
Nel 2017 il settore della vigilanza privata propriamente detta contava su 1.594 imprese, in crescita dell’11,3% dal 2011 e del 2,4% nell’ultimo anno, per un totale di 64.443 dipendenti, aumentati del 16,7% dal 2011 e del 3,2% dal 2016, con una media di 40 operatori per ogni azienda (tab. 14).
La crescita del comparto, anche negli anni della crisi, va ricondotta principalmente all’aumento del personale disarmato, in risposta ad una crescente domanda di servizi di piantonamento e di portierato senza pistola.
Il 49,2% delle imprese della vigilanza (784 in valore assoluto) si trova nelle regioni del Sud, dove prevalgono le aziende piccole e piccolissime e in cui lavorano complessivamente 17.762 addetti, pari al 27,6% del totale, per una media di 22,7 addetti per impresa.
Nel Centro-Nord le realtà aziendali sono di maggiori dimensioni: in particolare, nel Nord-Ovest ci sono 310 imprese attive, pari al 19,4% del totale, ma 22.760 addetti (il 35,3%), per una media di 73,4 operatori per azienda; nel Centro si contano 330 imprese e 16.956 dipendenti (il 26,3%), per una media di 51,4 addetti ciascuna; mentre nel Nord-Est le imprese di sorveglianza sono 170, gli operatori 6.965 e la dimensione media è di 41 addetti per azienda.
Il settore della sicurezza privata presenta un tessuto imprenditoriale polverizzato in una miriade di aziende piccole e piccolissime, con poche grandi imprese che detengono le quote più significative di mercato: il 56,8% delle imprese del settore (906 in valore assoluto) ha meno di 10 addetti e il 46,2% meno di 5, mentre 44 aziende (pari al 2,8% del totale) ha più di 250 dipendenti. In queste ultime, che sono anche quelle in cui si concentrano le quote maggiori di mercato, lavorano 34.302 addetti, che sono il 53,2% del totale (tab. 15).
Quello che emerge è che la maggioranze delle imprese, anche quelle piccole e piccolissime, offrono un’ampia gamma di servizi, che vanno dai piantonamenti alle ronde, al trasporto valori, alla videosorveglianza, al controllo degli allarmi, alle scorte. Inoltre, a seguito dello sviluppo della richiesta dei servizi fiduciari, numerose aziende hanno allargato l’offerta al portierato e ai servizi non armati.
Alle aziende che fanno vigilanza si aggiungono quelle che offrono servizi fiduciari non armati: come già accennato, si tratta di un settore che è fortemente cresciuto in questi anni, anche perché è meno costoso rispetto a quello della vigilanza armata.
I dati sulla effettiva entità del comparto dei servizi fiduciari sono difficilmente isolabili attraverso i codici Ateco della Camera di commercio, da cui è possibile estrarre ed analizzare unicamente quelli sulle imprese specializzate nella fornitura e gestione integrata di servizi di portineria e sorveglianza. In realtà, alle aziende specializzate in questo tipo di servizi andrebbero aggiunte le stesse società di vigilanza, che, in risposta alla domanda crescente del mercato, in numero sempre maggiore affiancano alla vigilanza armata la cosiddetta vigilanza disarmata, oltre alle cosiddette “multiservizi”, che offrono alla propria clientela una serie di servizi tra cui anche quelli fiduciari e che non necessariamente sono classificate in base al codice Ateco della gestione integrata di servizi di portineria e vigilanza.
In ogni caso, i dati disponibili, seppur parziali, fotografano bene quello che è stato l’andamento del mercato negli ultimi anni: oggi le imprese attive sono 1.424, mentre solo 6 anni fa erano 215, con una crescita del 562,3% dal 2011 e del 22,1% nel solo ultimo anno. Nello stesso periodo i dipendenti sono passati dai 3.478 del 2011 ai 21.761 del 2017, aumentando del 525,7% dal 2011 al 2017 e del 22,5% nell’ultimo anno. La configurazione prevalente è quella di aziende di piccole dimensioni, con una media di 15,3 dipendenti per impresa (tab. 16).
Il settore della sicurezza privata è già una realtà fatta di migliaia di aziende, addetti, apparati, tecnologie, che generano valore sociale e che molto hanno contribuito alla diminuzione dei reati e alla rassicurazione dei cittadini.
L’ulteriore allargamento del mercato della sicurezza privata in tutte le sue componenti sembra essere un fatto ineludibile: occorre dunque fare quanto possibile per dare valore e reputazione al settore, sgombrando il campo dalle imprese che eludono le normative fiscali, della sicurezza e del lavoro, e garantendo alle aziende sane la possibilità di agire nella legalità e di offrire servizi adeguati a prezzi che consentano loro di impiegare operatori competenti e qualificati.
Veicolare e valorizzare le potenzialità della filiera sono oggi le priorità per una politica della sicurezza moderna, sostenibile, efficace, che sia anche garanzia di uguaglianza per tutti i cittadini.