Aumento della domanda individuale di sicurezza e maturazione della consapevolezza all’interno del corpo sociale che sia necessario contribuire alla produzione di un bene a lungo ritenuto di esclusiva prerogativa dello Stato: sono i due fattori che hanno determinato lo sviluppo di un mercato privato fatto di un insieme articolato di sistemi di sicurezza a difesa delle abitazioni e delle persone. Si tratta di una moltitudine di dispositivi in grado di soddisfare tutte le esigenze, che il più delle volte sono utilizzati dal singolo cittadino in modo combinato a formare un personale “kit salvavita”.
Sono talmente diffusi da essere quasi entrati a far parte dell’arredo delle nostre abitazioni, al punto che il 92,5% degli italiani adotta almeno un accorgimento per difendersi da ladri e rapinatori (tab. 8).
Il sistema di difesa più utilizzato è la porta blindata, che custodisce le case di oltre 33 milioni di italiani (il 66,3% della popolazione adulta). Segue il 54,9% della popolazione che dichiara di non tenere in casa oggetti di valore. Al terzo posto, 21 milioni di cittadini (il 42% degli over 18) si è dotato di un sistema di allarme, mentre sono circa 17 milioni gli italiani che hanno messo le inferriate a porte e finestre (il 33,5%) e circa 16 milioni quelli che hanno optato per vetri e infissi blindati (il 31,3%). Inoltre, oltre 15 milioni di italiani dichiarano di aver installato una telecamera (il 30,7%), 13 milioni hanno un cane da guardia e quasi 10 milioni (il 19,4%) hanno una cassaforte. Infine. il 29% degli italiani adulti adotta un accorgimento “a costo zero” lasciando le luci accese quando escono.
Rispetto ad un’analoga indagine realizzata quasi vent’anni fa, aumenta significativamente il ricorso a tutti i dispositivi segnalati e aumenta anche chi dichiara di non tenere in casa oggetti di valore, presumibilmente perché li ha depositati in banca o in un’agenzia.
Non manca, poi, chi tutela i propri averi stipulando una polizza assicurativa contro i furti domestici: circa 3,3 milioni di famiglie, pari al 12,9% del totale, hanno sottoscritto un’assicurazione, con una diffusione che è cresciuta dell’1,5% negli anni della crisi. La quota di chi sottoscrive polizze contro i furti in casa, seppure in crescita ovunque, è molto differenziata tra le diverse aree geografiche e raggiunge il 23,3% tra i nuclei familiari che vivono nel Nord-Ovest, per ridursi al 3,2% tra quelli del Sud (tab. 9).
Attenzione però: in una società che invecchia e che fa sempre meno figli, in cui i longevi di 65 anni ed oltre sono più di 13 milioni e rappresentano il 22,3% della popolazione, in cui aumentano le fragilità e le povertà, e in cui crescono gli stranieri residenti, la sicurezza rischia di trasformarsi in una delle forme dell’ineguaglianza sociale, di diventare un bene ad esclusivo appannaggio delle classi sociali più abbienti.
Se si esaminano le risposte sui dispositivi di difesa adottati in base alla condizione economica, emergono significative differenze, che solo in parte possono essere giustificate con il diverso valore dei beni da difendere. Avere la porta blindata o le inferriate a porte e finestre è garanzia di sonni tranquilli anche per chi ha poco in casa, e il 22,6% di chi si trova in una condizione economica bassa o medio-bassa non adotta nessuno strumento “a pagamento” a difesa della propria abitazione, contro una media che è del 18,1% e un valore dell’11,1% tra chi ha una condizione economica alta o medio-alta (tab. 10).
La minore propensione a dotarsi di sistemi di sicurezza vale per tutti i dispositivi segnalati, con l’unica eccezione delle inferriate a porte e finestre.