Faccio un altro figlio o gli compro un computer? Minori pieni di tecnologia
Avere un minore in casa rappresenta un formidabile volano per la crescita di tutti i consumi, in particolare di quelli di nuove tecnologie.
In Italia i nuclei in cui è presente almeno un minore sono sei milioni e 396.000 e rappresentano il 26,3% del totale delle famiglie italiane. Nella maggioranza dei casi (3.442.000 famiglie, pari al 53,8% di quelle in cui vive almeno un minore) il minore è anche l’unico under 18, spesso (due milioni e 291.000 famiglie, pari al 35,8% delle famiglie in cui vivono under 18) è figlio unico, ed è grande consumatore di tecnologie (tab.11).
Dove ci sono minori si moltiplicano i device, soprattutto quelli mobili: nel 63,9% dei nuclei famigliari dove c’è almeno un minore c’è anche almeno un computer portatile, per un totale di oltre cinque milioni di pc (tab.12). Ma se il minore è uno solo la percentuale sale al 65,4%, contro una media Italia che vede il pc mobile presente nel 48,4% delle abitazioni.
Dove ci sono minori è particolarmente diffuso anche il tablet, presente nel 37,4% delle famiglie, contro una media Italia del 24,3%. In questo caso i tablet aumentano con l’aumentare delle dimensioni del nucleo, per un totale di quasi tre milioni di tablet presenti nelle famiglie dove ci sono minori, su sette milioni di tablet che si trovano nelle case degli italiani.
Superiore alla media anche la quota di famiglie dove vive almeno un under 18 che hanno un computer fisso: sono il 25,0% del totale, contro una media Italia del 21,6%. Se il minore è solo, la quota sale al 25,4%.
Quando c’è un minore in casa la connessione ad internet deve essere sempre assicurata, per cui il 99,1% dei nuclei in cui vive un minore hanno il collegamento, che nel 63,9% dei casi è possibile grazie ad una connessione sia domestica che mobile. La quota di famiglie italiane che hanno il collegamento ad internet è pari all’84,5%, con il 49,0% che dispone di connessione domestica e mobile (tab.13).
Ed è alto anche il consumo di contenuti sul web: il 47,8% delle famiglie dove vive almeno un minore ha in casa una smart Tv o dispositivi esterni che consentono di collegarsi al web, contro una media del 35,9%, e il 37,3% ha una smart Tv, contro una media del 27,5% delle famiglie italiane (tab.14). Se il minore è solo, la quota di famiglie con smart Tv/dispositivi esterni che consentono di collegarsi al web sale al 48,9%, e quelle che hanno una smart Tv al 38,5% del totale.
Leggermente più bassa la percentuale di famiglie che si collegano effettivamente al web attraverso la smart Tv o altri dispositivi, che sono il 33,0% dei nuclei con minori, il 35,6% di quelli con un solo under 18 e il 22,3% del totale delle famiglie; mentre il 24,7% dei nuclei con almeno un minorenne in casa utilizza la smart Tv per collegarsi con il web, contro il 16,4% di media delle famiglie italiane. Quota che raggiunge il 26,3% quando nella famiglia vive un solo minore.
La lenta marcia verso l’innovazione degli over 65
Se è vero che le famiglie composte di soli over 65 sono quelle meno dotate di dispositivi tecnologici, sono proprio questi nuclei, e in particolare quelli in cui si conta più di un componente, che sono circa due milioni e 810.000 (pari all’11,5% delle famiglie italiane), quelli in cui cresce maggiormente l’utilizzo di tutti i device e che hanno maggiori potenzialità di crescita, in una lenta ma inarrestabile marcia verso l’innovazione.
Il quadro al 2018 vede la stragrande maggioranza delle famiglie italiane (81,6% del totale) che hanno in dotazione sia apparecchi televisivi, di vecchia o nuova generazione, sia device digitali, fissi o mobili, ed una esigua minoranza dello 0,2% che non ha alcun tipo di dispositivo tecnologico né televisivo: in mezzo c’è il 16,1% delle famiglie che possiede solo la Tv (tab.15). Si tratta di circa quattro milioni di nuclei famigliari, molti dei quali sono composti di soli anziani.
Infatti, il 52,4% dei nuclei famigliari composti di soli anziani, per un totale di oltre tre milioni e 100.000 famiglie, ha in casa solo la televisione, tradizionale o ( più raramente) smart, tale quota si riduce però al 33,6% nei nuclei pluripersonali di over 65 e sale al 69,1% tra gli anziani che vivono da soli. Il 46,9% delle famiglie di soli over 65 è dotata di una strumentazione tecnologica che le rende in grado di fruire sia di contenuti televisivi tradizionali che di contenuti digitali, ma la quota sale al 66,3% tra i nuclei pluripersonali e scende al 29,6% tra gli over 65 soli.
Infine, c’è da segnalare che lo 0,9% dei nuclei di anziani soli, per un totale di 29.000 individui over 65 che vivono da soli, non ha in casa gli strumenti per accedere ad alcun contenuto audiovisivo.
Nelle famiglie dove vivono almeno due over 65 gli apparecchi televisivi sono tanti, più che nella media delle famiglie italiane: in ogni abitazione ci sono 1,9 televisioni, contro una media di 1,7 (tab. 16). Non solo: mentre in Italia nell’ultimo anno gli schermi Tv sono diminuiti, e sono 467.573 in meno, in questi nuclei le Tv sono aumentate, e sono 358.781 in più.
Segno di un consumo di contenuti televisivi in aumento, e che non si esaurisce nella fruizione passiva di tipo tradizionale: infatti, crescono anche le famiglie di longevi che sfruttano gli schermi al pieno delle loro potenzialità, collegandosi ad internet: l’8,0% delle famiglie di over 65 dispone di una smart Tv effettivamente collegata ad internet, con una crescita dell’1,1% nel solo ultimo anno.
Ma soprattutto, nelle abitazioni dove vivono due over 65 cresce il numero dei device, in un lento inseguimento delle famiglie in cui sono presenti anche componenti più giovani che “spingono” verso l’innovazione. Il 18,5% delle famiglie composte di due over 65 ha in casa almeno un computer fisso, e sono cresciute di 1,4 punti percentuali nell’ultimo anno, quando la quota del totale delle famiglie è diminuita di 0,5 punti percentuali (tab. 17). Crescono anche, in controtendenza con quanto accade nel resto delle famiglie italiane, i nuclei di due over 65 che possiedono almeno un tablet, che sono il 15,1% del totale (+ 3,0 nell’ultimo anno): in Italia la media è del 24,3%, ma è diminuita di 2,1 punti percentuali tra il 2017 e il 2018.
Infine, aumentano di ben 4,9 punti percentuali in un solo anno i nuclei pluripersonali di over 65 che hanno a disposizione almeno un pc portatile, che nel 2018 sono il 28,6% del totale.
Crescono anche le famiglie con due o più anziani connesse ad internet: sono il 68,0% del totale, ancora indietro rispetto all’84,5% medio delle famiglie italiane, ma con un balzo di 6,4 punti percentuali nel solo ultimo anno, quando le famiglie connesse in Italia sono aumentate di 2,4 punti percentuali. Aumentano, in particolare le famiglie pluricomponenti di over 65 in grado di collegarsi con connessione sia domestica che mobile, che rappresentano il 32,6% delle famiglie (tab. 18).
Anziani soli: meno male che ci sono i media
I dati della ricerca di base Auditel rivelano che gli over 65 che vivono da soli sono i meno connessi e i meno dotati di nuove tecnologie, ma non rinunciano né alla televisione né al telefono, perché per loro i media rappresentano un formidabile strumento per entrare in contatto con il mondo, sapere che cosa succede e far sapere che cosa gli succede.
Le loro case spesso sono grandi e vuote, ma sono piene di televisioni: il 98,7% delle famiglie composte da un solo over 65 ha almeno una Tv in casa, (più del 97,7% della media delle famiglie italiane), e di queste il 41,5% ne ha più di una. Complessivamente, nei tre milioni e 169.000 nuclei di over 65 soli ci sono quattro milioni e 618.000 televisori, per una media di 1,5 televisori per abitazione, a fronte di una media Italia che è dell’1,7 (tab. 19).
Inoltre, il 78,9% degli over 65 soli ha almeno un cellulare o uno smartphone, contro il 96,2% del totale della famiglie italiane, mentre il 69,1% ha una linea telefonica fissa, più del 56,8% della media Italia.
L’incrocio delle informazioni rese disponibili grazie alla ricerca di base Auditel rivela comunque che tutti gli over 65 soli sono in condizioni di comunicare con l’esterno, tramite cellulare o telefono fisso.
I pionieri dell’Italia che verrà
Le famiglie con minori restano le più innovative e quelle che sperimentano per prime le nuove tecnologie.
Tra di loro è possibile rintracciare le famiglie che si possono definire come “pioniere”, ovvero quelle che anticipano le dotazioni e le fruizioni tecnologiche dell’Italia che verrà: si tratta di 742.000 nuclei famigliari in cui sono presenti minori, che appartengono tutti ad una fascia socio economica medio-alta, il cui capofamiglia è laureato, e rappresentano il 3% delle famiglie italiane (fig. 2).
Le loro case sono affollate di ogni tipo di elettrodomestico, da quelli più comuni e meno costosi ai più sofisticati: il 99,2% ha almeno un televisore, tutte hanno almeno un telefono cellulare; l’84,5% ha la lavastoviglie (la media nelle famiglie italiane è del 46,5%), il 73,1% il forno a microonde (contro una media del 50,9%), il 54,6% ha l’impianto di aria condizionata (contro il 32,0% della media); il 16,4% dispone di una vasca idromassaggio (tab. 20).
Ma soprattutto in queste famiglie le nuove tecnologie viaggiano con velocità almeno due volte superiori a quelle del resto del Paese: basti pensare che sono tutte collegate ad internet (la media in Italia è dell’84,5%); tutte possono collegarsi da casa attraverso lo smartphone e il 91,5% da computer fisso e/o portatile (la media in Italia è del 67,5%); e il 56,8% da tablet (contro una media del 28,8%) (tab. 21).
Il 61,2% dei pionieri ha possibilità di guardare contenuti televisivi via web con la smart Tv o con dispositivi che consentono di collegare gli schermi televisivi ad internet (contro una media Italia del 35,9% dei nuclei famigliari) e il 44,3% è effettivamente collegato (la media delle famiglie italiane è pari al 22,3%); il 47,8% ha in casa una smart Tv (la quota delle famiglie in Italia è del 27,5%) e il 34,1% ha la smart effettivamente collegata ad internet (tab. 22).
In queste famiglie le possibilità di collegamento e di fruire di ogni tipo di contenuti audiovisivi che circolano sul web è praticamente infinita: il 95,7% ha almeno un pc (fisso o portatile) e l’83,5% almeno un portatile; il 56,8% ha almeno un tablet, per una media di 4,3 device per famiglia pioniera, a fronte di una media delle famiglie italiane che è di 2,9 (tab. 23). Questi nuclei sembrano aver decisamente imboccato, grazie ad un mix socio culturale favorevole abbinato con la presenza in casa dei minori la strada verso la modernità.
Giovani e con case da arredare: i consumer stranieri
Le famiglie di soli cittadini stranieri sono un milione e 401.000, rappresentano il 5,8% del totale delle famiglie censite dalla rilevazione di base Auditel, e sono in crescita.
I componenti di questi nuclei famigliari sono mediamente più giovani degli italiani, e hanno un disperato bisogno di tecnologie e di strumenti di comunicazione per relazionarsi con il loro paese e con i propri connazionali: sia quelli che hanno lasciato in patria sia quelli che hanno trovato nel paese ospite.
Per questo non possono rinunciare al cellulare o allo smartphone, presente in tutte le abitazioni, né al collegamento ad internet, a cui è possibile collegarsi da casa nel 97,8% dei casi (ma nel 62,8% dei casi la connessione è solo mobile), contro l’83,4% dei nuclei in cui vivono solo cittadini italiani (tab. 24).
Per il resto, il corredo tecnologico delle loro case è meno ricco di quello delle abitazioni in cui vivono solo italiani o famiglie miste, con la presenza di dispositivi che richiamano soprattutto la necessità di mantenere un contatto con il paese d’origine: nell’88,3% delle case è presente almeno un televisore (contro il 98,3% delle famiglie di soli italiani), nella metà dei nuclei è presente almeno un device digitale (il 47,3% delle abitazioni ha almeno un pc o tablet contro il 62,3% di quelle in cui vivono solo cittadini italiani), il 26,0% ha l’antenna satellitare, il 27,5% una linea fissa solo dati per connettersi con internet.
Mentre sul versante delle tecnologie della comunicazione i cittadini stranieri non hanno nulla da invidiare agli italiani, le loro case sono in genere meno accessoriate di quelle dei nativi, anche se è probabile che nei prossimi anni assisteremo ad una rincorsa verso quelli che diventeranno beni indispensabili anche per gli stranieri. Solo il 19,8% delle famiglie di stranieri ha in casa una lavastoviglie, contro il 47,5% delle famiglie italiane; il 13,2% ha un impianto di aria condizionata, presente nelle case del 33,2% degli italiani: l’unico piccolo elettrodomestico cui i nati all’estero non sembrano disposti a rinunciare (che, per altro, ha anche costi piuttosto contenuti e occupa spazi limitati) è il forno a microonde, che risulta in dotazione al 51,0% delle famiglie straniere, quota analoga a quella dei nuclei italiani (tab. 25).
Le caratteristiche sociodemografiche dei nuclei composti di soli cittadini stranieri descrivono situazioni famigliari ideali per l’ingresso e l’utilizzo di strumentazioni tecnologiche avanzate (tab. 26):
- i nuclei di cittadini stranieri sono mediamente più giovani di quelli italiani; nel 30,7% dei casi il capofamiglia nato all’estero ha al più trentaquattro anni, contro il 6,7% di quelli italiani; e solo nel 3,9% dei casi ha 65 anni o più, contro il 39,4% di quelli italiani;
- si tratta in genere di coppie con figli (44,4% del totale, contro il 37,6% dei nuclei di soli italiani) o di persone che abitano da sole (34,7%);
- nel 43,4% dei casi hanno al proprio interno almeno un minore, a fronte di una media che, per le famiglie di soli italiani è del 25,2%;
- nell’82,8% dei casi hanno un componente che lavora e nel 38% due o più (la media per i nuclei di cittadini italiani è, rispettivamente, del 60,3% e del 27,0%).
L’unico elemento penalizzante, in un contesto che sembra essere ideale per un’avanzata massiccia dei cittadini nati altrove nei consumi di media e comunicazione, è dato dal loro livello socio economico, che colloca il 65,1% dei nuclei famigliari composti da soli cittadini stranieri nel gradino più basso della piramide, con un livello basso o medio-basso, e solo il 2,7% nella fascia alta.
L’insieme delle altre caratteristiche sembra però indicare con una certa chiarezza che questi nuclei sono destinati a progredire rapidamente nella piramide sociale e, di conseguenza, anche in quella della dotazione di media e nuove tecnologie.