3. Il piacevole incontro della radio con la modernità

Il 55,3% degli italiani dichiara che la radiovisione è una realtà che conosce direttamente e di cui ha sentito parlare (fig. 7). L’analisi delle risposte per classe di età evidenzia come la radiovisione sia una realtà ampiamente conosciuta da giovani (il 70,6% dei 18-34enni sa di che cosa si tratta) e adulti (che la conoscono nel 64,7% dei casi), mentre rimane rimane sconosciuta alla gran parte degli over 65enni (tra i quali solo il 26,1% sa di che cosa si tratti). 

Non solo la radiovisione è una realtà ampiamente conosciuta, ma ci sono già quasi 26 milioni di radiospettatori, il 50,8% degli italiani maggiorenni, che dichiarano di seguire i programmi della radiovisione, intesa nella sua accezione più ampia, che implica la possibilità di fruire in contemporanea dei contenuti/programmi della diretta radiofonica in formato audio o video da tutte le piattaforme disponibili: di questi, il 10,5%, 5 milioni e 300 mila in valore assoluto, lo fa spesso (fig. 8).

A seguire la radiovisione sono soprattutto uomini (51,5% del totale), in età compresa tra i 35 e i 64 anni (58,2%), in maggioranza diplomati (54,3%) e occupati (57,2%). Se si circoscrive l’universo di riferimento agli italiani che dichiarano di seguire spesso i programmi in radiovisione, si ha un maggiore equilibrio tra i sessi, crescono i laureati, gli occupati e i giovani tra i 18 e i 34 anni che passano dal 30,8% al 33,5% del totale, mentre gli over 65enni sono solo il 5,8% del totale (tab. 3). 

Il 77,8% di chi segue i programmi della radiovisione lo fa da casa, il 19,1% al bar, al ristorante e in altri esercizi pubblici, il 16,5% approfitta di mezzi di trasporto pubblici e privati, il 14,4% in palestra, centro benessere o dal parrucchiere, il 10,2% al lavoro e il 10,0% all’interno dei grandi esercizi commerciali (fig. 9).

Anche in questo caso è importante sottolineare come, a fronte del 51,5% dei radiospettatori che segue la programmazione solo da casa, c’è un 26,4% che segue i programmi della radiovisione ovunque, in casa e fuori, con una fruizione longitudinale rispetto alla propria quotidianità, e un 22,2% che li segue solo in altri luoghi diversi da casa (fig. 10).

Nel giudizio che danno gli italiani della radiovisione c’è tutta la capacità della radio di mantenere la tradizione e cavalcare la modernità: la radiovisione è prima di tutto, per il 32,5% degli italiani, piacevole, capace dunque di mantenere la sua vocazione originaria per l’intrattenimento; in secondo luogo il 24,8% la trova innovativa, dunque è in sintonia con le nuove esigenze e abitudini di consumo audio-video degli italiani; per il 19,3% è utile, perché risponde ai bisogni di un consumatore alla ricerca di sempre nuove possibilità di fruizione, e per il 19,0% è coinvolgente, perché capace di dialogare e di interagire con gli ascoltatori (fig. 11).  Chi segue la radiovisione la trova piacevole nel 50,1% dei casi, coinvolgente nel 27,5% e innovativa nel 24,0%.