I risultati dell’indagine confermano che la radiovisione si sposa perfettamente con le abitudini e con le esigenze dei più giovani e degli individui in età lavorativa, ma lanciano un allert rispetto al pubblico più maturo degli over 65enni.
Oggi in Italia gli over 65enni sono quasi 14 milioni e rappresentano il 23,2% della popolazione: nel 2000 erano poco più di 10 milioni e rappresentavano il 18,1% dei residenti.
Si tratta di un universo in forte crescita, ampio e variegato, composto da una maggioranza di individui che vivono la terza e la quarta età in modo attivo e che sono protagonisti di consumi culturali e mediatici sempre più consistenti: gli over 65enni rappresentano oltre il 20% dei radioascoltatori.
Questo pubblico si dimostra il più restio ad approcciarsi alle nuove possibilità e alle nuove forme di fruizione offerte dalle nuove tecnologie in risposta al cambiamento negli stili di vita e nei gusti mediatici degli italiani.
Gli anziani esprimono, anzi, un attaccamento all’apparecchio radio nella sua forma tradizionale, spostando il rapporto con l’oggetto su di una dimensione anche affettiva ed emozionale, e percependo un costo sociale soggettivo nell’eventuale rinuncia all’oggetto stesso. È così che il 55,1% degli over 65enni pensa che l’apparecchio radio abbia un valore in sé a cui non vuole rinunciare, contro il 40,6% del totale della popolazione (tab. 4).
Questo amore per la radio è confermato dal fatto che l’87,4% dei longevi segue i programmi radiofonici da apparecchi radio e/o da autoradio (la media è del 74,6%) e che il 31,4% è convinto che ciascun programma debba essere pensato per uno specifico device (tra la popolazione la quota è del 15,1%).
Si tratta di una difficoltà ad abbandonare l’apparecchio e l’ascolto tradizionale che si traduce in un scarsa conoscenza e ancor più scarsa fruizione delle innumerevoli proposte offerte dalla radiovisione: ben il 73,9% dei longevi non conosce né ha mai sentito parlare della radiovisione e solo il 20,4% ne segue, anche saltuariamente, programmi e contenuti (tab. 5).
I dati della rilevazione di base Auditel attestano che gli over 65enni sono meno digitalizzati rispetto al resto della popolazione, ma anche che sono decisamente in marcia verso l’innovazione, per cui aumentano i device nelle loro case e crescono i longevi che si collegano ad internet: il 53,3% delle famiglie composte di soli anziani possiede il collegamento ad internet, l’11,9% ha la possibilità di fruire dei contenuti offerti dal web tramite smart tv o apparecchi collegati e il 27,7% possiede almeno un computer.
Anche per loro il destino di una fruizione multicanale non è lontano: si tratta di accompagnarli in un percorso che è prima di tutto di accettazione culturale del cambiamento e dei vantaggi che da questo possono derivare.