La radio fenomeno di massa, capace di coniugare continuità e modernità
La radio è e rimane un fenomeno di massa. Oltre 41 milioni di italiani adulti seguono i programmi radiofonici, 27 milioni utilizzano anche altri device oltre all’apparecchio tradizionale e all’autoradio, 10 milioni seguono i programmi radiofonici solo su altri device, primo tra tutti lo schermo tv.
Sono numeri che attestano come la radio sia riuscita a rigenerarsi nel tempo ibridandosi con gli altri media e sintonizzandosi sui nuovi gusti e comportamenti degli italiani, e insieme sia riuscita a conservare il suo valore accompagnando la vita di fasce di pubblico trasversali per età, condizione sociale, condizione economica, ed interagendo con esse.
Il boom della radiovisione, al di là ed oltre la pandemia
La radiovisione è una realtà in crescita, che sta vivendo un vero e proprio boom inarrestabile.
Quasi 26 milioni di italiani adulti fruiscono dei contenuti/programmi della diretta radiofonica in formato audio o video da tutte le piattaforme disponibili, e 5 milioni e 300 mila lo fanno spesso. Nel 2020 i new comers sono stati 5 milioni.
Sono circa 19 milioni gli italiani che seguono programmi radiofonici in video da schermi diversi (tv, smartphone, pc...) e di questi quasi 11 milioni seguono la radiovisione sugli schermi Tv.
La visual radio non è un fuoco di paglia, destinato a spegnersi dopo la pandemia, ma è qui per restare, perché è profondamente inscritta nella multicanalità e fortemente in sintonia con le aspettative che hanno gli italiani, il 52,1% dei quali dichiara che vorrebbe avere sempre di più la possibilità di fruire dei programmi e dei contenuti radiofonici su device diversi anche in formato video.
Il passaggio dal mezzo ai contenuti è compiuto
Oggi quello che conta non è l’apparecchio radio ma sono i contenuti che il radioascoltatore vuole poter fruire da qualsiasi device, in ogni luogo, in ogni momento, interi e spezzati in diretta e on demand. Il 59,4% degli italiani associa alla radio determinati programmi, contenuti, trasmissioni che seguirebbe anche su device diversi dall’apparecchio radio. Il passaggio dal mezzo alla piattaforma di contenuti fruibili in ogni luogo e da ogni device è ormai compiuto, e l’84,9% degli italiani ne è consapevole e ne dà un giudizio positivo, con percentuali che raggiungono il 95,5% tra i millennials, il 94,8% tra gli imprenditori e i liberi professionisti, il 92% tra gli studenti.
La multicanalità non si discute
L’89,1% degli italiani è convinto che la partita degli ascolti si vinca sul piano della qualità dei contenuti e dei programmi proposti e non su quello degli apparecchi che li ospitano, e l’86,9% pensa che la multicanalità non sia altro che la logica evoluzione dei cambiamenti intervenuti negli stili di vita e nelle modalità di consumo e di fruizione degli italiani.
Per quanto riguarda la radio, il 71,8% degli italiani dichiara che ci sono dei contenuti radio che vuole poter seguire in qualsiasi momento della giornata e in ogni luogo, a prescindere dal device.
La radio, il più social dei media
La radio è dentro la vita degli italiani, e chi segue la radio si sente parte di una comunità, per cui il 63% di chi segue i programmi radiofonici ha attivato almeno una forma di interazione con gli stessi. Il 23,4% dei radioascoltatori visita il sito delle emittenti di proprio gradimento, il 20,3% segue i profili social di emittenti, conduttori, programmi; il 18,9% ha scaricato una app che gli consente di seguire su smartphone i contenuti che preferisce. Tra chi segue le dirette, il 20,1% invia messaggi, sms, whatsapp, email durante le trasmissioni e il 10,2% telefona durante i programmi. Forte la componente on demand, rappresentata da quelli che scaricano i podcast (12,4%), da coloro che seguono i programmi su YouTube (18,5%), e forte anche il potenziale moltiplicatore degli utenti, che nell’11,7% dei casi condividono sui social personali i contenuti dei programmi e nel 13,4% vedono e condividono video dei programmi/eventi.