Cosa è cambiato rispetto a venti anni fa?
Più piacere, meno amore. È letteralmente decollata la concezione del sesso legato al piacere, la dimensione molto individuale anche dentro le coppie. Il nesso sesso e amore nei 18-40enni di venti anni fa era molto più stretto. Colpisce l’evoluzione delle donne, tra le quali venti anni fa riteneva separabili sesso e amore il 37,5%, mentre oggi il 77,4%. Tra i maschi era il 61,9% e oggi l’81,8%. Le donne, un tempo molto più legate al sesso come espressione dell’amore, oggi la pensano più o meno come gli uomini.
- Più sesso per chi lo fa. Basta con la retorica dei millennials che fanno meno sesso delle generazioni precedenti, poiché venti anni fa faceva sesso almeno due o tre volte alla settimana il 36,9% dei giovani e oggi lo fa il 44,1%. È però aumentata dal 5,4% al 10,2% (con un boom dei maschi: dal 3% all’11,6%) la quota che non ha mai fatto sesso.
- Più trasgressioni, più trasgressori: la nuova normalità. Venti anni fa le pratiche trasgressive erano di nicchia e, in ogni caso, vinceva il pudore e una impermeabile riservatezza. Oggi è sdoganatissimo il porno e con esso una molteplicità di pratiche, anche dentro le coppie. Venti anni fa aveva avuto rapporti a tre o più persone l’1,8%, oggi il 13,1%; lo avrebbe fatto se fosse capitato il 5,1%, oggi il 29% dichiara che lo farebbe se ne avesse l’occasione. Il bondage/sadomaso lo aveva fatto solo lo 0,5% venti anni fa, oggi lo pratica il 12,5%. Lo avrebbe praticato in caso di occasione il 2,7% venti anni fa, lo praticherebbe il 18,1% oggi. Numeri di un sesso decomplessato che si fa in tanti modi diversi e non si hanno remore a raccontarlo. Il web è di certo la base materiale di questa istituzionalizzazione della trasgressione, di un sesso che non si vuole lasciare a noia e abitudinarietà.
- Più partner con il quick sex. Nei primi 40 anni si fa sesso con più partner rispetto al passato. Venti anni fa il 50% delle donne e il 24,7% degli uomini aveva avuto un solo partner, oggi è il 39,6% delle donne e il 22% degli uomini. Venti anni fa aveva avuto da 2 a 5 partner il 37,2% delle donne e il 42% degli uomini, oggi il 44,6% delle femmine e il 37,5% dei maschi. 6 o più partner il 12,7% delle donne e il 32,4% dei maschi venti anni fa, il 15,8% delle femmine e il 40,5% degli uomini oggi. La relazionalità sessuale è meno esclusiva, probabilmente perché si arriva a fare sesso più velocemente o, comunque, con più partner. Del resto, se il sesso è piacere, allora perché un dating, che magari non porterà all’amore eterno o alla costituzione di una coppia duratura, non dovrebbe comunque dare un po’ di piacere? Vale meno la logica del “conoscersi per un po’ prima di fare sesso”, o comunque il tempo della conoscenza si è molto accorciato.
- Meno contraccezione, più rischi. Si è ampliata l’area delle persone che non utilizzano contraccettivi, in linea con la moltiplicazione delle pratiche che sono “contraccettivi di fatto”, la propensione delle persone in molte situazioni a prendere il rischio di rapporti non protetti e quel fastidio di sottofondo verso i contraccettivi, laddove sono percepiti come ostacolo al raggiungimento del piacere, obiettivo primo del sesso. Ecco una sfida decisiva di fronte all’evoluzione dei comportamenti sessuali, perché il rapporto con la contraccezione esprime anche il grado di attenzione alla salute, in particolare delle donne. È quindi una priorità oggi la promozione di un discorso pubblico sulla contraccezione che ne renda evidente e comprensibile il positivo ruolo che può esercitare per la buona sessualità e la tutela della salute.
In estrema sintesi, i dati raccontano del paradosso dell’area del no sex che si amplia nel mentre gli altri lo fanno più di frequente, con più partner, in modo più variato, in quantità che valutano adeguata anche a dargli l’attesa soddisfazione. Su tutto aleggia l’esigenza prioritaria di restituire ruolo e appeal alla contraccezione, pilastro ineludibile della tutela della salute, in particolare delle donne.