4. Prevenzione e contrasto: molto è stato fatto, che cosa si può ancora fare

4.1. La contraffazione è un danno, ma il prezzo è ancora considerato un ostacolo all’acquisto di prodotti originali

Un fiorente mercato del falso determina un danno per il sistema paese perché danneggia la reputazione del nostro Made in Italy e determina una perdita di fatturato per le imprese legali, per lo Stato perché provoca mancate entrate per l'erario, e per la società civile in termini di perdita di posti di lavoro regolari e di possibili danni per la salute dei cittadini. Gli unici beneficiari certi della contraffazione sono i trafficanti e gli esponenti dei gruppi di criminalità organizzata.

Tutto questo, grazie alle campagne di sensibilizzazione e di informazione che si sono moltiplicate negli ultimi anni, sembra essere entrato nel sentire comune.

I risultati dell’indagine mostrano come sia ampiamente condivisa dalla popolazione l’idea che il prodotto originale fa parte dell’identità e della ricchezza del nostro paese e che la contraffazione procura enormi conseguenze negative per il nostro sistema economico, danneggiando le imprese del Made in Italy (è d’accordo l’85,6% degli italiani), alimentando un settore economico parallelo che si regge sullo sfruttamento della manodopera (la pensa così il 77,4% della popolazione), provocando l’elusione delle tasse ai danni delle casse dello Stato e dei cittadini che le pagano (84,3%). Così come sembra essersi completamente sgonfiato il mito secondo cui anche il mercato illegale fa circolare soldi e girare l’economia (non è d’accordo il 73,3% della popolazione) (tab. 12).

Ampiamente entrata nel sentiment collettivo è anche la considerazione della contraffazione come un reato che fa guadagnare soldi e prestigio alla criminalità organizzata: è di questa opinione l’82,7% degli italiani. Non era semplice collegare nella percezione collettiva il venditore ambulante che si trova per le strade all’organizzazione criminale che produce, fa viaggiare, distribuisce la merce falsa, ma sembrerebbe che anche questo risultato sia stato raggiunto.

Rimane alta, invece, la quota di popolazione che percepisce la contraffazione come un reato minore, cui è giusto che le Forze dell’ordine dedichino minor tempo rispetto ai reati più gravi: la pensa così il 49,3% della popolazione (e il 18,8% non è in grado di fornire una risposta). Del resto, la contraffazione non fa paura, non desta lo stesso allarme sociale di reati che colpiscono direttamente le persone come i furti e le rapine, è un reato le cui vittime sono gli stessi acquirenti che scelgono, spesso deliberatamente, di acquistare un prodotto sapendo che non può avere le stesse caratteristiche di quello originale e che può provocare danni alla salute.

Il 70,6% degli italiani ritiene che i prodotti falsi siano dannosi per la salute e la sicurezza delle persone, e il 77,9% è convinto che il prodotto autentico valga di più e duri di più.

Una leva che rimane decisiva nella scelta di acquistare un falso è quella del prezzo, e gli italiani sono convinti che i prodotti di marca abbiano un prezzo eccessivo, che supera il loro valore reale: la pensa così il 73,0% degli intervistati, con valori che raggiungono il 75,5% tra i più giovani. Questa convinzione spinge il 31,4% ad affermare che la merce falsa costa di meno e se ne può comprare di più (quota che sale al 41,2% tra gli under 34enni).

Il richiamo al prezzo eccessivo del prodotto autentico, che - come vedremo- torna nuovamente quando gli intervistati sono chiamati ad individuare i più efficaci interventi di prevenzione e di contrasto alla contraffazione, indica come si sia ancora lontani dal raggiungimento di una piena consapevolezza nel consumatore del valore della proprietà intellettuale e degli investimenti che le imprese legali fanno nello sviluppo di nuove idee, materiali, processi produttivi.

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4.2. I protagonisti della lotta alla contraffazione: prima di tutto i consumatori

Quali azioni di prevenzione e di contrasto sono più efficaci per combattere un fenomeno che esiste, che è dannoso e che coinvolge milioni di italiani?

Tutte le azioni proposte sono considerate molto o abbastanza efficaci dalla stragrande maggioranza dei consumatori, che sembrano dare priorità agli interventi che non li coinvolgono direttamente.

In primo luogo, i consumatori individuano le imprese come soggetto chiave per ridimensionare il mercato del falso (fig. 14):

  • l’89,4% degli italiani ritiene che bisognerebbe potenziare i controlli sulle imprese (49,5% lo ritiene molto efficace, il 39,9% abbastanza);
  • l’86,6% degli italiani si sofferma nuovamente sulla necessità, di praticare una politica di abbassamento dei prezzi (ritenuta molto efficace dal 50,5% del totale e abbastanza dal 36,1%) che consenta al consumatore di comprare il prodotto originale che desidera;
  • l’86,4% ritiene che si debbano dotare i prodotti autentici di etichettature/sistemi tecnologici di tracciatura che consentano di seguirne “la storia” e forniscano una carta d’identità certa e trasparente al prodotto certificato (molto efficace per il 52,8%, abbastanza per il 33,7%);
  • l’85,6% ritiene che vadano introdotte sanzioni più severe per chi produce merce falsa, chiamando in causa-indirettamente- i nostri rapporti commerciali con alcuni paesi esteri, prima tra tutti la Cina, dove vengono prodotti i maggiori quantitativi di articoli falsi;
  • l’82,3% ritiene che uno strumento efficace di lotta all’acquisto di merce contraffatta sarebbe quello di creare linee low cost delle grandi firme, accessibili anche per i consumatori con minori disponibilità economiche.

Un’altra serie di interventi che sono ritenuti particolarmente efficaci riguardano il controllo e il contrasto delle Forze dell’ordine su chi vende, in luoghi fisici o on line:

  • l’85,2% degli italiani pensa che sarebbe importante potenziare i controlli sulle strade e sui mercati (giudicato molto efficace dal 46,6%, abbastanza dal 38,6%), vale a dire più Forze dell’ordine a presidio del territorio e interventi mirati con sequestri per scoraggiare la vendita di prodotti falsi;
  • l’81,6% ritiene che sarebbe efficace (molto 42,9%, abbastanza 38,7%) potenziare i controlli sull’on line e sulle chat: controlli che, peraltro si sono già intensificati negli ultimi anni grazie agli interventi della Polizia postale e dei Nuclei specializzati della Guardia di Finanza;
  • l’80,5% ritiene che per scoraggiare il commercio di merce fake bisognerebbe multare chi vende merce falsa come previsto dal Codice penale (intervento ritenuto molto efficace dal 44,9%, abbastanza dal 35,6%);
  • il 76,6% pensa che sarebbe importante introdurre pene più severe per chi vende prodotti falsi.

Un’ultima serie di interventi importanti sono quelli di sensibilizzazione e di informazione, che chiamano in causa istituzioni e associazioni da un lato, e consumatori dall’altro. Si tratta di azioni che i consumatori tendono a sottovalutare rispetto ai controlli e alle sanzioni, ma che invece negli ultimi anni hanno avuto un ruolo fondamentale nel cambiare la percezione collettiva del fenomeno della contraffazione, un tempo considerato quasi come un aspetto del folklore italiano, e oggi giudicato dannoso dalla stragrande maggioranza della popolazione. Così come sono stati una guida fondamentale nell’educare la popolazione ad effettuare acquisti consapevoli nei luoghi fisici e sul web:

  • il 77,4% della popolazione reputa efficaci (36,3% molto, 41,1% abbastanza) le campagne di sensibilizzazione e di educazione rivolte agli studenti;
  • il 77,2% ritiene che siano particolarmente efficaci (33,8% molto, 43,5% abbastanza) le campagne di sensibilizzazione sui social e sui media.

Di fronte ad un fenomeno capillare, capace di anticipare i gusti dei consumatori, di proporsi nei luoghi fisici e on line, le attività di repressione e di contrasto, per quanto sempre più incisive e sofisticate, non possono essere sufficienti.
Il cittadino-consumatore è e rimane l’artefice principale delle scelte di acquisto di merce contraffatta e deve essere il soggetto cui rivolgere le attività di informazione e sensibilizzazione in modo da renderlo consapevole del ruolo che gioca e protagonista in prima persona della lotta contro la contraffazione.
La consapevolezza dei danni che arreca la contraffazione sembra essere ormai generalizzata: per ottenere ulteriori risultati occorre fare un passaggio più complesso, che è quello di convincere il consumatore del valore ‒ anche economico ‒ della proprietà industriale e degli investimenti che fanno le imprese legali che giustificano prezzi più alti, in modo da spingerlo sempre di più all’acquisto dei prodotti autentici.

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