Premessa

Marzo 2020: l’emergenza sanitaria da Covid 19 diventa una realtà che trasforma le vite degli italiani e dà loro una forte spinta verso il mondo digitale accelerando processi che stentavano ad affermarsi.

La crescita dell’e-commerce, avvenuta durante il primo periodo di isolamento domestico e proseguita durante tutta la fase dell’emergenza, è un esempio di un trend di lungo periodo amplificato dall’epidemia sanitaria ma destinato a permanere nel futuro, quando sempre di più in uno stesso consumatore coesisteranno modalità di acquisto fisiche e digitali.

Ma il virus non ha avuto ripercussioni solo sulle modalità d’acquisto: il Covid 19 ha avuto un effetto anche sui consumi. Le restrizioni imposte, le preoccupazioni per la propria salute e l’incertezza per il futuro hanno spinto la popolazione a spendere di meno e a risparmiare di più, ma anche a ridefinire le proprie gerarchie di consumo.

Ancora una volta, quanto successo nell’ultimo anno rivela come i consumi siano una dimensione fondamentale per l’economia del paese e per l’interpretazione della società: da come si consuma si capisce come siamo e come stiamo diventando; i consumi accompagnano e rivelano i nostri cambiamenti. Quello che viene acquistato ha un valore soggettivo che va ben oltre il possesso di un bene o servizio, quello che si acquista fa parte di noi stessi, della nostra identità, della visione di noi che vogliamo dare al mondo.

Dal 2019 al 2020 i consumi sono scesi dell’11,7%, con punte che superano il 40% per gli alberghi e ristoranti e il 20% nei trasporti, nelle spese per intrattenimento e nel vestiario e calzature.

Si riducono le spese nei beni e servizi vietati o voluttuari, mentre hanno tenuto- o sono addirittura cresciute ‒ quelle non comprimibili in una vita che si è svolta molto di più all’interno delle mura domestiche, da quelle alimentari, a quelle per l’abitazione e le comunicazioni.

Anche il mercato della contraffazione ha risentito degli effetti della pandemia accelerando processi che già erano in essere.

Di fronte ad uno scenario profondamente mutato e poco favorevole ai consumi di fake tradizionale, i protagonisti dei diversi fenomeni illeciti che minacciano la proprietà industriale e la sicurezza dei consumatori si sono immediatamente adeguati alle nuove regole imposte dalla pandemia e hanno saputo diversificare la logistica e il mercato plasmandoli sulle nuove richieste dei consumatori.

È così che l’offerta di merce falsa e/o non conforme non è cessata, ma invece si è decisamente spostata sul mercato on line, dove- accanto ai prodotti del fake tradizionale- sono comparsi i prodotti sanitari la cui domanda è esplosa durante l’epidemia: dispositivi di protezione individuale, igienizzanti, farmaci, e persino test diagnostici e vaccini.

Capacità di diversificare i prodotti adeguandoli alla nuova domanda esplosa durante l’epidemia e forte presenza di offerta fake nel mercato on line sono due caratteristiche del mercato dei prodotti falsi che hanno subito un’accelerazione durante la pandemia e che resteranno nei prossimi anni. 

Quanto accaduto nell’ultimo anno sul fronte dei consumi, naturalmente ha avuto delle ripercussioni anche sul mercato della contraffazione che, come abbiamo detto più volte in questi anni, ha un andamento che segue quello del mercato legale, per cui anche il consumo di merce falsa è rallentato.

Ora che la fine dell’emergenza sembra vicina, bisognerà capire che cosa ci aspetta, e attrezzarsi per affrontare un nuovo periodo sicuramente caratterizzato da una ripresa dei consumi e da un possibile effetto rimbalzo che potrebbe vivere anche il mercato del falso.

Per questo è importante che tutti gli attori della lotta alla contraffazione continuino a fare la loro parte, nella consapevolezza che il vero protagonista deve essere il cittadino-consumatore.

Di fronte ad un fenomeno capillare, capace di anticipare i gusti dei consumatori, di proporsi nei luoghi fisici e on line, le attività di repressione e di contrasto, per quanto incisive e sofisticate, non possono essere sufficienti.

Il consumatore è e rimane l’artefice principale delle scelte di acquisto di merce contraffatta e deve essere il soggetto cui rivolgere le attività di informazione e sensibilizzazione in modo da renderlo partecipe e protagonista in prima persona della lotta contro la contraffazione.