Il consumatore moderno, fisico e digitale: gli italiani scelgono di volta in volta se acquistare in esercizi fisici o on line. Gli unici settori in cui la spesa su canali fisici resta prevalente sono quello alimentare, con l’81,1% della popolazione che si rivolge prevalentemente alla grande distribuzione e solo l’8,5% che privilegia internet, e quello dei gioielli-orologi dove solo il 10,4% sceglie di comprare prevalentemente on line. I prodotti che i consumatori comprano più spesso su internet sono i cellulari e gli accessori di telefonia, acquistati spesso sul web dal 31,9% della popolazione.
Sempre più e-commerce nella vita degli italiani: il 44,4% di chi già effettuava acquisti on line durante l’emergenza sanitaria ne ha aumentato la frequenza e il 5,7% ha iniziato nell’ultimo anno. Si tratta di un trend di lungo periodo che ha subito un’accelerazione durante l’emergenza sanitaria.
Nel web la comodità, altrove la qualità: la caratteristica ritenuta più importante quando si fa un acquisto è la qualità, segnalata dal 65,3% della popolazione; quando però si compra sul web le priorità cambiano e al primo posto si colloca il risparmio di tempo, indicato dal 63,9% degli e-consumers.
Tanto fake sul web: il 25,7% degli e-consumers si sono imbattuti almeno una volta nell’offerta di merce falsa sul web e il 20,3% ha acquistato prodotti falsi, per un totale di 8 milioni e 300.000 acquirenti. Di questi solo 1 milione e 800.000 lo ha fatto consapevolmente.
Contraffazione, fenomeno di massa gonfiato dagli acquisti inconsapevoli: il 25,6% degli italiani ammette che lui stesso o la propria famiglia ha acquistato almeno una volta prodotti falsi: si tratta di un fenomeno che coinvolge 6 milioni e 700.000 famiglie, in cui vivono circa 15 milioni e 400.000 individui. Ma il 62,7% dichiara di essere stato ingannato ed era convinto di comprare un prodotto originale. Considerando solo quelli che dichiarano di aver comprato consapevolmente articoli falsi, la quota di famiglie coinvolte direttamente nell’acquisto di fake si riduce al 9,5% del totale, che, in valore assoluto significa circa 2 milioni e 500.000 famiglie dove vivono 5 milioni e 300.000 individui. Tra i prodotti acquistati prevalgono quelli del fake tradizionale: abbigliamento (acquistato dal 40,4% delle famiglie consumatrici), accessori (38,4%), calzature (30,5%).
La contraffazione è dannosa, ma il prezzo è ancora considerato un ostacolo all’acquisto di prodotti originali: gli italiani sanno che la contraffazione danneggia il sistema paese e la salute delle persone, ma sono convinti che i prodotti di marca abbiano un prezzo eccessivo, che supera il loro valore reale: la pensa così il 73,0% della popolazione, con valori che raggiungono il 75,5% tra i più giovani. Questa convinzione spinge il 31,4% ad affermare che la merce falsa costa di meno e se ne può comprare di più (quota che sale al 41,2% tra gli under 34enni).
La fine di un luogo comune: non sono i meno abbienti ad acquistare prodotti contraffatti: il 31,4% di coloro che dichiarano di aver comprato almeno una volta merce fake sul web hanno un livello socioeconomico medio-alto, contro il 20,3% della media nazionale. Allo stesso modo, il 31,9% delle famiglie più abbienti ha acquistato almeno una volta prodotti falsi, contro il 25,6% della media nazionale.
Durante la pandemia crollano i consumi e cala la contraffazione: nell’ultimo anno il 5,2% degli italiani adulti, 2 milioni e 600.000 in valore assoluto, ha acquistato prodotti falsi: se si considerano solo quelli che dichiarano di aver effettuato un acquisto consapevole, la quota scende al 2,9%. Si tratta di numeri consistenti, ma comunque inferiori a quelli che circolavano nell’epoca della pre-pandemia.
L’ingresso del Covid nel business della contraffazione: nel 2020 sono stati sequestrati da Agenzia delle Dogane e Guardia di Finanza oltre 8 milioni di prodotti contraffatti che possono essere classificati genericamente come “dispositivi Anticovid”, ‒ principalmente mascherine, ma anche guanti monouso, tute, termometri ‒ cui vanno aggiunti 46 milioni di dispositivi medici che sono stati ritirati dal mercato perché non sicuri.