Una parte centrale dello studio è stata dedicata alla descrizione da parte dei pazienti delle caratteristiche della propria emicrania ed i risultati confermano con chiarezza la severità della malattia ed il suo carattere disabilitante.
Il campione dei rispondenti indica di avere una media di 10,47 attacchi al mese, crescenti naturalmente al peggiorare delle condizioni di salute: 4,45 per coloro che soffrono di emicrania episodica a frequenza media/moderata, 10,24 per quanti sono affetti da emicrania episodica ad alta frequenza, 16,35 per i cronici.
La durata media per singolo attacco, qualora non debitamente trattato, nel 46% dei casi è pari a 24-48 ore. Per il 34,1% dei rispondenti in media le crisi misurano un arco ancora più lungo, che si estende cioè oltre le 48 ore. Al contrario il 19,9% indica tempi più contenuti (meno di 24 ore) con significative variazioni non solo legate alla tipologia di emicrania (i pazienti affetti da emicrania cronica evidenziano più spesso attacchi di maggiore durata) ma anche al genere, dal momento che tra le donne si riscontra la quota più elevata di chi ha attacchi più prolungati (tab. 6).
La pervasività ed il condizionamento della malattia sono testimoniati da un indicatore semplice che misura i giorni in cui nell’ultimo mese gli intervistati segnalano di aver convissuto con il mal di testa. È il 44,3% dei pazienti a sottolineare come nell’ultimo mese antecedente l’intervista abbia contato tra i 6 e i 15 giorni vissuti accompagnati dal dolore. La coabitazione per il 21,4% è stata addirittura più pesante, oltre i 15 giorni, una fattispecie condivisa in modo particolare dalle donne (il 23,9% a fronte del 10,2% maschile). Il dolore non è soltanto il sintomo di gran lunga più citato, ma anche l’aspetto percepito come più penalizzante (80,0%). Sono molteplici, comunque, le forme di condizionamento nella vita sociale, lavorativa e familiare e tendono a riguardare in misura maggiore le donne (tab. 7).